Arlecchino, la maschera più conosciuta della Commedia dell’Arte, è un’invenzione che risale a un attore preciso che con quella maschera e la sua compagnia riempì di stupore tutte le corti europee: si tratta del mantovano Tristano Martinelli che visse tra la seconda metà del ‘500 e l’inizio del ‘600.
Quello che la storia, mescolata alla leggenda, ci racconta è che questo comico dell’arte, per inventare il suo Arlecchino, ha usato unamaschera di diavolo della Sacra
Rappresentazione, una forma di teatro popolare diffusa fin dal Medio Evo un po’ in tutta Europa (i “Mystery Plays” inglesi o gli “Auto Sacramental” spagnoli) dove i diavoli avevano quasi sempre ruoli comici.
L’aura di leggenda che circonda Martinelli e il fascino che questa figura di uomo e attore ha sempre esercitato, ci permette di raccontare, tra dati storici e molta invenzione, il sogno di un modo di far teatro che diventò presto famoso in Europa e in tutto il Mondo: La Commedia dell’Arte. Lo spettacolo, seguendo la vita di Tristano Martinelli\Arlecchino, che fu amico intimo dei Reali di Francia e che diventò ricchissimo con una maschera da povero cialtrone, racconta come in un sogno, la storia e la vivacità di tutto.
Un genere teatrale che ci ha regalato, oltre ad Arlecchino, altri personaggi rimasti nella memoria collettiva: dal tirchio Pantalone al povero Pulcinella, dalla bella Isabella al cocciuto Dottore, dal tronfio Capitano al povero Zanni. Un viaggio tra maschere e attori, tra diavoli e poveri diavoli, tra l’Inferno di un mondo di poveracci e la vita nelle splendidi corti del Rinascimento: un viaggio divertente e serio nel Mondo della Commedia dell’Arte.
Recensioni
Crediti
- Produzione Fondazione AIDA ets
- Regia Pino Costalunga
- Con Enrico Ferrari, Paolo Rozzi e Massimiliano Mastroeni
- Tecnico Riccardo Carbone
- Costumi Antonia Munaretti
- tecnica utilizzata: teatro d’attore e di figura
- durata: 60 minuti