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    Teatro Scuola 2023-24 – Teatro Alcione

    Novità

    Schede didattiche

    Partecipare a uno spettacolo teatrale rappresenta un percorso alternativo di apprendimento utile ad incrementare il bagaglio culturale degli studenti. Da quest’anno abbiamo deciso di potenziare questa esperienza mettendo a disposizione degli insegnanti, per gli spettacoli prodotti dalla nostra fondazione, delle schede didattiche.

    Per l’elaborazione di questo materiale ci siamo avvalsi delle competenze di consulenti, in particolare educatrici e insegnanti, esperti in media education, che abbiamo consultato al fine di ottenere materiali adeguati ai percorsi scolastici di ogni fascia d’età. In ogni scheda troverete proposte attività multidisciplinari che prendono spunto dai temi emersi nello spettacolo e che verranno inviate al momento della conferma.

    Tematiche fondamentali e cinque parole chiave

    Ogni spettacolo affronta tematiche che riteniamo fondamentali per la formazione degli studenti, siano essi i più piccoli della scuola dell’infanzia oppure ragazzi ormai giunti alla maturità. Avvalendoci della consulenza di esperti che operano nell’ambito scolastico, abbiamo scelto cinque “parole chiave” in cui far rientrare gli spettacoli per permettere un riconoscimento immediato dei temi: diritti umani, il potere della fantasia, emozioni in musica, crescita personale e sociale e cittadinanza e costituzione.

     

    Partner Teatro Scuola 2023-24

    Un progetto condiviso con:

    • MiC – Ministero della Cultura
    • Regione del Veneto
    • Comune di Verona Assessorato all’Istruzione

     

    Teatro Scuola 2023-24 – Teatro Dim

    Novità

    Schede didattiche

    Partecipare a uno spettacolo teatrale rappresenta un percorso alternativo di apprendimento utile ad incrementare il bagaglio culturale degli studenti. Da quest’anno abbiamo deciso di potenziare questa esperienza mettendo a disposizione degli insegnanti, per gli spettacoli prodotti dalla nostra fondazione, delle schede didattiche.

    Per l’elaborazione di questo materiale ci siamo avvalsi delle competenze di consulenti, in particolare educatrici e insegnanti, esperti in media education, che abbiamo consultato al fine di ottenere materiali adeguati ai percorsi scolastici di ogni fascia d’età. In ogni scheda troverete proposte attività multidisciplinari che prendono spunto dai temi emersi nello spettacolo e che verranno inviate al momento della conferma.

    Tematiche fondamentali e cinque parole chiave

    Ogni spettacolo affronta tematiche che riteniamo fondamentali per la formazione degli studenti, siano essi i più piccoli della scuola dell’infanzia oppure ragazzi ormai giunti alla maturità. Avvalendoci della consulenza di esperti che operano nell’ambito scolastico, abbiamo scelto cinque “parole chiave” in cui far rientrare gli spettacoli per permettere un riconoscimento immediato dei temi: diritti umani, il potere della fantasia, emozioni in musica, crescita personale e sociale e cittadinanza e costituzione.

    Partner Teatro Scuola 2023-24

    Un progetto condiviso con:

    • Comune di Castelnuovo del Garda
    • MiC – Ministero della Cultura
    • Regione del Veneto

     

    Teatro Scuola 2023-24 – Auditorium Vivaldi

    Novità

    Schede didattiche

    Partecipare a uno spettacolo teatrale rappresenta un percorso alternativo di apprendimento utile ad incrementare il bagaglio culturale degli studenti. Da quest’anno abbiamo deciso di potenziare questa esperienza mettendo a disposizione degli insegnanti, per gli spettacoli prodotti dalla nostra fondazione, delle schede didattiche.

    Per l’elaborazione di questo materiale ci siamo avvalsi delle competenze di consulenti, in particolare educatrici e insegnanti, esperti in media education, che abbiamo consultato al fine di ottenere materiali adeguati ai percorsi scolastici di ogni fascia d’età. In ogni scheda troverete proposte attività multidisciplinari che prendono spunto dai temi emersi nello spettacolo e che verranno inviate al momento della conferma.

    Tematiche fondamentali e cinque parole chiave

    Ogni spettacolo affronta tematiche che riteniamo fondamentali per la formazione degli studenti, siano essi i più piccoli della scuola dell’infanzia oppure ragazzi ormai giunti alla maturità. Avvalendoci della consulenza di esperti che operano nell’ambito scolastico, abbiamo scelto cinque “parole chiave” in cui far rientrare gli spettacoli per permettere un riconoscimento immediato dei temi: diritti umani, il potere della fantasia, emozioni in musica, crescita personale e sociale e cittadinanza e costituzione.

    Partner Teatro Scuola 2023-24

    Un progetto condiviso con:

    • Comune di Cassola Assessorato alla Cultura
    • MiC – Ministero della Cultura
    • Regione del Veneto
    • Fondazione Banca Popolare di Marostica Volksbank

     

    Il mago di Oz

    Ne Il Mago di Oz Dorothy, una bambina che vive nel Kansas assieme ai propri zii, viene scaraventata da un ciclone improvviso in un paese popolato da strani personaggi. Atterra nel villaggio dei Succhialimoni, degli ometti bizzarri che la ringraziano perchè ha ucciso la Strega cattiva dell’Est, schiacciata dalla caduta della casa.

    Il suo unico pensiero è quello di fare ritorno a casa, ma pare che il solo che possa aiutarla sia il Mago di Oz. Lungo il cammino che la condurrà dal Mago, Dorothy incontra lo Spaventapasseri, il Boscaiolo di Latta e il Leone Vigliacco. I suoi nuovi amici pensano di avere un vuoto da colmare, per questo hanno bisogno dell’intervento del Mago di Oz. Lo Spaventapasseri crede di aver bisogno di un cervello, il Boscaiolo di Latta di un cuore e il Leone di coraggio, mentre Dorothy non vuole fare altro che ritornare nel suo paese.

    Durante il viaggio, ognuno di loro – affrontando le proprie paure per superare gli ostacoli che si presenteranno lungo il percorso – mostrerà di possedere già ciò che pensava gli mancasse.

    Rivolgendoci direttamente al testo di Baum, nel nostro Il Mago di Oz abbiamo cercato di evidenziarne l’aspetto più “fantastico” legato a quell’esperienza attraverso cui tutti siamo passati. Quel pericoloso e tortuoso cammino che è il crescere, il diventare grandi. Ci vuole decisamente cervello, cuore e coraggio!

     

    Le quattro stagioni e Piccolo Vento

    Buongiorno Primavera!

    Sono io, Piccolo Vento!

    Canto dall’alto e mi tuffo

    mi intrufolo in ogni spiraglio

    soffiando con voce di tuono

    arruffo le piume dei passeri

    che ridono e ridono e ridono

    e volano in alto pieni di aria.

     

    Lo spettacolo

    Uno spettacolo che coinvolge il pubblico dei più piccoli sul tema delle quattro stagioni e dell’ascolto della natura.

    Sulla base delle musiche de “Le quattro stagioni” di Antonio Vivaldi, un esempio di musica a soggetto vitale e ricca d’inventiva, si snoda questa frizzante storia, che segue con sorrisi e poesia le avventure di Piccolo Vento, attraverso le stagioni e i loro cambiamenti: paesaggi, colori, profumi, sfumature, suoni… e musiche.

    Con l’aiuto dei tre attori in scena, Piccolo Vento parla al pubblico, attirando l’attenzione dei bambini sull’osservazione delle piccole cose della natura e sull’ascolto del racconto musicale. I tre attori in scena, alternandosi in danze e narrazioni, giocheranno insieme ai bambini ad ascoltare le parole di Piccolo Vento e ad accompagnarlo alla ricerca della sua mamma Zefiro, scivolando armoniosamente da una stagione all’altra.

    L’ultima primavera silenziosa

    A 60 anni dall’Uscita del libro di Rachel Carson PRIMAVERA SILENZIOSA, si ricorda qui l’autrice con uno spettacolo teatrale, sempre in bilico tra il teatro dell’assurdo divertito e divertente.

    Ambientata in un futuro che non vorremmo mai vedere e al quale non vorremmo mai arrivare, i due protagonisti racconteranno e leggeranno passi da PRIMAVERA SILENZIOSA e ragioneranno, in maniera spesso leggera e pure divertente, ma sempre assai seria e profonda, di cose che potrebbero accadere se ognuno di noi nel suo piccolo e la politica mondiale nel suo grande, non prenderanno in seria considerazione la questione spinosa della cura dell’ambiente che la Biologa Americana già pose più di 60 anni fa con parole chiarissime e spesso già allora osteggiate.

    Trama

    Un uomo e una donna che giocano a dama in uno spazio ristretto e poche cose con loro, fra queste c’è una copia del libro PRIMAVERA SILENZIOSA della Carson e un binocolo con cui si può guardare di fianco, in su, ma soprattutto in giù.
    Chi sono quei due? E cos’è il luogo dove stanno?
    Il posto così “angusto” sembra, e forse “è”, una zattera in mezzo al mare e i due hanno l’aria di essere due naufraghi. La zattera però è una zattera speciale, che si trova molto lontana dalla terra e molto vicina alle nuvole, e quei due naufraghi sono due “sopravvissuti” a un mondo che ha visto alzarsi così tanto il livello delle acque da trovarsi quasi a …toccare il cielo.

    La scenografia stessa dello spettacolo è costruita con materiali di riciclo, anche essa dunque elemento artistico che contribuirà, assieme alle parole dello spettacolo e all’azione degli attori, a suggerire possibili vie per il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente.

    Anche la parte illumino-tecnica sarà pensata con strumenti che prevedano un basso consumo energetico.

    I’ Priore. Don Milani, Barbiana e la scuola italiana

    Uno spettacolo sotto forma di monologo dedicato al mondo della scuola, dagli studenti agli insegnanti; un’occasione per riflettere, a partire dalla vicenda esemplare di Don Lorenzo Milani e della scuola popolare di Barbiana, il sempre attuale tema dell’istruzione, specie oggi alla fine – speriamo – della forzata esperienza della didattica a distanza.

    Il 27 maggio 1923 veniva alla luce a Firenze Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti, per tutti, semplicemente, Don Milani. Intellettuale irrequieto e scomodo (tanto per l’autorità ecclesiastica quanto per il mondo laico), pittore e polemista, fervido sostenitore dell’obiezione di coscienza in opposizione al servizio militare obbligatorio.
    Dal 1954 si troverà a condurre tra mille ristrettezze una parrocchia immersa nei monti del Mugello, nel piccolo paese di Barbiana: una sistemazione punitiva per Don Milani, dove maturerà la straordinaria esperienza educativa e pedagogica che confluirà nella scrittura collettiva di Lettera a una professoressa (1967).

    Se la figura di Don Lorenzo Milani era già discussa dai suoi contemporanei (da Indro Montanelli e Pier Paolo Pasolini, solo per citarne alcuni), a cento anni dalla nascita il priore di Barbiana continua a porre degli interrogativi: quale deve essere il ruolo della scuola nella società? E quello degli insegnanti? Come tradurre nella quotidianità i grandi ideali pedagogici? Fin dove (e in che modo) è lecito ribellarsi?

    Sinossi

    Ultimo giorno di scuola in un istituto superiore fiorentino. Suona la campanella d’ingresso. In scena entra un istrionico bidello, Michele Zago, che tra una battuta e l’altra inizia a raccontare in una lingua semplice venata di dialetto la propria esperienza tra i corridoi scolastici. Lo spunto è un aneddoto personale: la prima volta che ha sentito la parola granata, che in Toscana indica la scopa di saggina. Era il novembre 1966 quando, soldato di leva appena diciottenne, viene inviato a spalare il fango dalle strade di Firenze dopo la storica piena dell’Arno. In via Masaccio Michele incontra Gianni, un giovanissimo “Angelo del fango” e studente a Barbiana, che lo introduce in casa Milani: conoscerà così Alice Weiss, madre di Don Lorenzo, e verrà a conoscenza della malattia del priore.

    Gli incontri con Gianni saranno sempre più frequenti quando ritroverà casualmente il ragazzo in un istituto superiore fiorentino, dove Michele lavora come bidello: le intemperanze di Gianni saranno l’occasione per approfondire il pensiero di Don Milani. Grazie alla lettura di Lettera a una professoressa, pubblicato da pochissimo, Michele, figlio di una famiglia povera del profondo Veneto, decide di frequentare la scuola popolare di Barbiana e ottenere finalmente la licenza elementare: sarà dunque attraverso la sua esperienza personale che il pubblico conoscerà i metodi pedagogici di Don Milani, portati avanti dai suoi ragazzi (Gianni in testa) e da Adele Corradi dopo la morte del priore nel 1967.

    Sempre attraverso i suoi occhi di bidello, testimone privilegiato (spesso oculare) eppure istituzionalmente “di contorno” e mai protagonista, segue un rapido excursus sull’evoluzione della scuola italiana, da quella classista del secondo dopoguerra fino ai giorni nostri passando per le ribellioni del ‘68. Suona di nuovo la campanella: la scuola, anche per quell’anno, è conclusa. Michele Zago saluta studenti, insegnanti e chiude il portone d’ingresso. Ed ecco il colpo di scena finale: una volta solo, Michele dismette gli abiti del bidello e rivela due enormi ali di angelo. Sotto le mentite spoglie di un umile custode si nasconde infatti l’arcangelo Michele in persona, inviato sulla Terra da Don Milani per seguire le vicende degli studenti di Barbiana e di tutti i “Gianni” che negli anni si sono avvicendati tra i banchi.

    Ma anche per un potente arcangelo come Michele c’è bisogno di una vacanza: la vita nella scuola italiana è faticosa persino per il comandante delle schiere angeliche.

    Note di regia

    La sfida di questa messinscena è avvicinare i ragazzi al linguaggio del teatro di narrazione. Troverete una scenografia minimale e pochi significativi oggetti: in particolare, abbiamo scelto di dare corpo a tutti gli elementi cartacei presenti nella storia. Una scelta certo anacronistica, per come oggi il supporto della conoscenza sta diventando sempre più digitale, ma che ci ricorda come il sapere possa essere un’esperienza semplice, concreta e tangibile. Gran parte del racconto è quindi lasciato in mano all’attore: a una parola che si trasforma linguisticamente, passando da un dialetto all’altro, ed emotivamente; all’azione fisica che si articola come strumento ritmico e immaginativo. Co-protagonista l’ambientazione sonora, unico elemento d’innovazione mediale, che dialoga con la scena supportandola nei giochi ritmici, nelle atmosfere e negli apici di coinvolgimento.

    Lucia Messina

    Drammaturgia

    Il testo è stato curato da Simone Dini Gandini. Debutta con I pesci del mare non han numero (Edicolors, 2012), finalista al Premio Cento (FE). Il suo La bicicletta di Bartali (Notes edizioni) è alla XI ristampa. Nel 2018 L’Ibis di Palmira e il merlo ribelle (Notes edizioni) è finalista al Premio Arpino. Le sue opere teatrali vanno in scena sui palcoscenici, tra gli altri, di Torre del Lago (LU), Parma, Milano, Lucca ed è assidua la collaborazione con Fondazione Aida (VR) e Rai5.

    Interpretazione

    Massimiliano Mastroeni nelle vesti di Michele, lavora ,tra gli altri, con compagnie del territorio (Pantakin, Teatro Bresci, Febo Teatro) e con altre giovani realtà italiane (Oyes, Servomuto Teatro, Epos Teatro e altri).

     

    La Badante

    Questo fenomeno, oltre a risolvere in maniera capillare il grosso problema della carenza di posti nell’accoglienza pubblica e\o privata della persona sola e non autosufficiente e oltre a garantire cura e tranquillità a persone altrimenti obbligate a lasciare le loro case e le loro abitudini, ha però causato, come detto, un cambio netto nelle relazioni all’interno della famiglia. È partendo da questo presupposto che si muove il nostro spettacolo.
    Anche se condotto con mano leggera e spesso divertita, con la struttura addirittura della storia dai toni “gialli”, se non “noir”, la nostra messa in scena ha la voglia di indagare sul cambio delle relazioni umane, sulla nascita di nuovi sentimenti, su come questo fenomeno dell’arrivo delle Badanti abbia in qualche modo cambiato anche il nostro concetto di relazione familiare.
    Lo spettacolo non vuole risolvere una questione né essere un documentario di tipo giornalistico, vuole però offrire dei temi a questo dibattito e entrare nella discussione con piede leggero e spesso divertito quasi a dire che i rapporti umani, la famiglia, le persone sono entità continuamente in fase di cambio e di evoluzione e che tutto in questa nostra vita è fatto di trasformazioni e adattamenti…. …E che ogni cosa, per essere giudicata, dev’essere prima capita. Ecco, questo spettacolo divertente e scanzonato, dai toni “giallo-noir”, vuol offrire un piccolo tassello a questa comprensione.

    Trama La Badante

    Trento (ma potrebbe essere una qualsiasi città italiana).
    Un vecchio attore di teatro in sedia a rotelle e una badante che non viene dall’Est, ma viene “dall’ovest, anzi dal sud-ovest” come dice lei in una battuta dello spettacolo, intendendo Modena (ma potrebbe essere qualsiasi altra città italiana).
    Ognuno porta dentro di sé una storia, fatta di momenti felici, ma anche di rimpianti e di risentimenti e queste due storie, come è inevitabile, a volte si incontrano e a volte si scontrano, tirando fuori i pensieri e i desideri di ognuno dei due protagonisti, anche i più nascosti, creando alle volte intesa, ma più spesso incomprensione, se non aspra contrapposizione.
    Lei, Teresa, con la forza di vivere e la gioia tipica di una donna giovane, ma pure persa in un mondo che non capisce, non riconosce come suo e che fatica ad accettare, dove capacità di competere e di adattamento, anche a situazioni difficilmente accettabili, sono le qualità più richieste, per cui vive di incertezze e di paure, ma prova pure risentimenti difficilmente celabili, come verso tutte quelle donne che vengono in Italia da paesi stranieri a fare questo lavoro.
    Lui, Giuseppe, con una storia non del tutto chiara alle spalle, fatta di luci – poche – e ombre – moltissime -, ma che si svela a poco a poco nel procedere dello spettacolo, come spesso succede in teatro, luogo in cui lui, attore, ha lavorato per una vita intera. E ogni tanto può succedere che il tutto non funzioni, come pure alle volte capita a teatro, o che funzioni talmente a meraviglia, che sembra non funzionare. Troppo sibillino? No: alla fine tutto sarà chiaro, chiarissimo e finalmente si potrà fare una bella risata liberatoria.
    … Ma dovete aspettare la fine, come in qualsiasi Racconto Giallo che si rispetti.

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