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    Ero un bullo

    Tratto dall’opera ERO UN BULLO. La vera storia di Daniel Zaccaro di ANDREA FRANZOSO
    edito da De Agostini Libri S.r.L. www.deagostinilibri.it

    “Ricordati sempre che nella vita non esiste un copione già scritto. Fino all’ultimo puoi decidere di cambiare il finale.”

    Ero un bullo racconta ai ragazzi una storia di crescita e di cambiamento che attraversa tutte le età dell’adolescenza.
    Una storia forte perché parla di un’escalation di trasgressioni, di una continua e insoddisfatta ricerca di risposte, costellata da picchi di onnipotente euforia e da pesanti momenti di caduta. Trova infine un punto di arrivo, quasi un compimento, nella scelta maturata in questa graduale presa di coscienza: la scelta di diventare educatore; di accompagnare quindi altri ragazzi lungo lo stesso percorso.

    Uno spettacolo di prosa dal grande valore sociologico rivolto a tutti, soprattutto ai ragazzi della scuola di secondo grado, alle famiglie, agli insegnanti, agli educatori e a tutti coloro che credono che non sia mai troppo tardi per ricominciare, magari proprio a partire dai nostri errori e fallimenti.

    Informazioni e distribuzione

    Per informazioni sullo spettacolo, modalità di presentazione vi invitiamo a contattare l’ufficio spettacoli: promozione@fondazioneaida.it – +39 347 640 4837 – 0458001471 (interno 3)

     

    Il Gruffalò

    Il Gruffalò non ha certamente bisogno di presentazioni. Il personaggio creato da Julia Donaldson e Axel Scheffler protagonista delle pubblicazioni omonime è ormai apprezzato e conosciuto da migliaia di bambini e genitori in tutto il mondo grazie alle traduzioni realizzate in oltre trenta lingue.

    La commedia musicale è stata prodotta per la prima volta in Italia da Fondazione Aida in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto.
    Testo di Pino Costalunga e Manuel Renga, adattamento teatrale e regia di Manuel Renga. Pur mantenendosi fedeli ai testi e all’iconografia delle illustrazioni originali, si è creato uno spettacolo musicale interamente nuovo.

    Trama

    Cosa fanno quattro giovani amici in un bosco? Vanno a ripulirlo, direte voi, visto che si vedono all’inizio dello spettacolo proprio mentre lo stanno facendo. Ma a noi viene il dubbio che ci vadano per passare qualche giorno e, soprattutto, qualche notte, accampati in una tenda, ad aspettare il momento più bello della giornata, cioè quando, attorno a un fuoco, si racconteranno storie di paura. E cosa c’è di meglio di un bosco di notte per una bella storia di paura?

    Racconteranno la storia di un topolino che, affamato, decide di attraversare il bosco frondoso e pieno di insidie per trovare la ghianda che tanto gli piace e che incontra. Strada facendo, incontra tre brutti ceffi che lo vogliono mangiare: una volpe, una civetta e una biscia. Ma il furbo topolino è scaltro di pensiero e sa bene come cavarsela, con l’aiuto della sua grande Fantasia trova una soluzione che nessuno si può immaginare, nemmeno lui, forse: un mostro terribile dal nome assai noto ai bambini: IL GRUFFALÒ.

    Lasceremo intatte le deliziose rime della scrittrice inglese e gli attori indosseranno dei fantastici costumi che si rifanno alle meravigliose illustrazioni del disegnatore tedesco. I bambini riconosceranno così facilmente quel testo, gustandosi anche divertenti e originalissime canzoni scritte appositamente per lo spettacolo. Le situazioni comiche e mimiche, nonché balli e danze, vanno ad arricchire la favola originale.

    Favole al telefono

    Lo spettacolo

    Ma dove saranno finite le storie piene di fantasia che il ragionier Bianchi, era solito raccontare al telefono alla sua bimba ogni sera prima che questa si addormentasse?
    Che fine hanno fatto le dolcissime strade di cioccolato?
    I saporitissimi palazzi di gelato? Le tabelline paradossali?

    Forse sono rimaste intrappolate proprio in quel telefono abbandonato che qualcuno ha lasciato davanti alla porta dei nostri amici Aggiustatelefoni ….

    Storie, quelle di Rodari, che non conoscono il passare del tempo, che conservano immutate le doti originali di eleganza, ironia e freschezza che da sempre costituiscono i punti di forza di quella inesauribile capacità di invenzione che sapeva coniugare con la puntuale, seria e civile osservazione della realtà contemporanea. Storie che in Favole al telefono torneranno a prendere vita sulla scena in un vero e proprio carosello musicale sotto forma di canzoni, racconti, filastrocche e piccoli numeri di varietà.
    L’adattamento teatrale e la regia sono firmati da Pino Costalunga.
    Le musiche, tutte originali, sono state composte dal Maestro Valentino Corvino, che ha messo la sua esperienza al servizio di uno spettacolo che gioca con i vari generi musicali, tra questi, in particolare, si guarda al garbo e alla delicatezza del Quartetto Cetra.

    Musiche

    GGG Grande Gigante Gentile

    www.roalddahl.com

    Affacciandosi alla finestra nel cuore della notte, Sofi a viene rapita da un misterioso Gigante. Una volta arrivata nella sua grotta realizza che il GGG non l’avrebbe mai mangiata e scopre assieme a lui i segreti spaventosi, ma anche affascinanti, del paese dei Giganti. L’amicizia tra Sofi a e il GGG li porta ad escogitare un brillante piano per affrontare le proprie paure e vivere una vita migliore.

    L’idea scenica

    GGG è la seconda tappa di un filone di teatro di narrazione per bambini che ha preso forma l’anno scorso con lo spettacolo Cipì, tratto dal racconto di Mario Lodi e interpretato dalla stessa attrice.
    Si tratta di una messinscena con un solo interprete, senza perdere però occasioni di meraviglia e poliedricità del racconto.

    Annachiara Zanoli, attrice con background di doppiaggio e teatro di figura, porterà avanti la narrazione dando vita ai pupazzi di Sofia e del GGG; interpretando lei stessa oltre che la figura della narratrice, anche quella della regina; utilizzando oggetti ed elementi scenografici in maniera espressiva.

    La regia di Lucia Messina vuole ancora una volta distinguersi per un uso funzionale della scena, con la scelta di una scenografia a strati, che si rivelano di scena in scena trasformando l’immagine e l’azione. L’adattamento per il teatro è di Pino Costalunga.

    Fondamentale a questo scopo la collaborazione tra Federico Balestro, giovane bozzettista e realizzatore di talento, e Caterina Marcioni, scenografa realizzatrice
    di Fondazione Arena di Verona, che già da qualche produzione si occupa della realizzazione di pupazzi poetici e funzionali. Un’attenzione particolare sarà dedicata alla creazione di un disegno sonoro accurato a cura di Andrea Santini: oltre a dare tridimensionalità al racconto, in alcuni momenti sarà parte integrante dell’azione scenica.

    Il fil rouge che seguiremo in ogni parte della realizzazione dello spettacolo sarà quello del sogno, delle sue possibili manifestazioni e di ciò che può rappresentare anche per noi, narratori di storie.

    La Gabriella e le ragazze. Storie di Tina Anselmi

    Lo spettacolo debutterà il 7 marzo 2025 al Teatro Camploy (Via Cantarane, 32 – 37121 Verona) in occasione della Giornata Internazionale della Donna

    Trama
    Dicembre 1977. Lina e Irene sono due operaie che si ritrovano a raccontarsi in occasione di uno sciopero.
    Lina, dura tempra da sindacalista, rivela alla dubbiosa collega di essere stata dapprima una staffetta partigiana, una prostituta per un breve periodo e infine un’operaia;
    Irene è invece una donna imprigionata in un matrimonio con un marito violento e che non ha la forza di lasciare (sebbene il Divorzio sia già Legge dello Stato da qualche tempo).
    Tutti i loro racconti sono accompagnati da una presenza ricorrente: Tina Anselmi, amica e compagna di lotta di Lina, che con il suo impegno politico e sindacale incarna una speranza e una fonte di conforto per le due lavoratrici e non solo.

    Finalità didattiche
    Lo spettacolo si prefigge di far conoscere la figura di Tina Anselmi e il suo concreto impegno a favore delle donne, della loro tutela e della loro inclusione nel discorso politico al fine di ispirare il giovane pubblico. In un’epoca in cui i temi sulla parità di genere sono all’ordine del giorno, non possiamo dimenticare la donna che ha aperto la strada a questa rivoluzione di pensiero e farne un esempio di coraggio e determinazione da emulare per il bene comune.

    Informazioni e distribuzione

    Chi desidera acquistare lo spettacolo può contattare l’ufficio spettacoli: promozione@fondazioneaida.it – +39 347 640 4837 – 0458001471 (interno 3)

    Pierino e il lupo

    Lo spettacolo

    Tre attori pasticcioni mettono in scena, o per meglio dire cercano di farlo, la ben nota favola musicale “Pierino e il lupo” di Sergej Prokofev. Già dal come complicato iniziano i primi problemi, perché i tre non hanno proprio studiato! Sono quindi costretti a improvvisare cercando la complicità del pubblico, per orientarsi fra gatti, papere, lupi, corni e clarinetti. Per fortuna su di loro regna la figura del Grande Narratore che, con la sua voce, li guida sicuro lungo il percorso della fiaba.

    Ma i tre attori, un po’ clown un po’ comici dell’arte, sono talmente distratti e confusionari che non seguono bene il racconto. Provano a fare previsioni azzardate sui destini dei protagonisti della fiaba e spesso dovranno chiedere aiuto ai bambini per capire meglio la storia e permettere al Grande Narratore di proseguire. Come bimbi curiosi, i tre attori, proveranno a reinventare i personaggi: “Come cambierà il carattere del lupo se invece di affidarlo ai corni lo facciamo suonare agli archi?”. E giocando insieme con il pubblico in un’orchestra immaginaria, scopriranno che in “Pierino e il lupo” la cosa importante è che la storia inventata faccia i conti con la musica e con i suoi vari momenti espressivi.
    Prokofev ha scritto la sua fiaba musicale con un preciso scopo educativo: far conoscere ai bambini gli strumenti dell’orchestra, il loro suono e il loro carattere espressivo. Per questo ha associato ad ogni strumento un personaggio e un particolare motivo musicale.

    La loro confusione diviene pretesto per puntualizzare e sottolineare passaggi didattici importanti. Il meccanismo di complicità con il pubblico fa in modo che siano i bambini stessi a spiegare, interpretando il ruolo di insegnanti per questi tre alunni poco studiosi.
    Ogni piccolo spettatore può quindi, nei momenti di interazione, dare aiuto, chiarificazioni e suggerimenti, divenendo così protagonista di un percorso di apprendimento.

    Dario Fo e Lele Luzzati

    Degna di nota è la presenza della voce del narratore per eccellenza: Dario Fo, che guiderà i tre attori e il pubblico a portare a termine lo spettacolo! Il premio Nobel Dario Fo ha infatti voluto prestare la propria voce per aggiungere alle suggestioni della musica di Prokofiev eseguite dall’Orchestra Verdi di Milano, nuovi e divertenti elementi drammaturgici di sua invenzione: sullo sfondo straordinario delle scene di Lele Luzzati, prenderanno vita le buffe (dis)avventure di tre attori che non avendo studiato a fondo il copione dovranno improvvisare per cavarsela tra suoni e situazioni fantastiche.

    Anne Frank

    Lo spettacolo

    Per il suo tredicesimo compleanno Anne riceve in regalo un quaderno, che diventa il suo diario segreto, diretto a Kitty, l’amica immaginaria cui  confidare i suoi pensieri. Il diario per Anne rappresenta l’unica possibilità di esprimersi, di raccontare le proprie esperienze e i propri pensieri.

     

    Ma il diario di Anne descrive soprattutto la vita nei due anni in cui lei, la sua famiglia e altre quattro persone, tutti ebrei, hanno vissuto nascondendosi dalla persecuzione nazista, prima di essere traditi e deportati. Anne ci racconta il suo modo di resistere agli orrori della Storia, il suo tentativo tenace di rimanere felice nonostante tutto. Anne rimane chiusa nel nascondiglio segreto proprio quando il suo corpo sta cambiando, mentre i suoi sentimenti mutano e si complicano. È un’adolescente: a volte è ancora bambina, altre invece sembra già grande.

     

    Chiusa nel sottotetto della fabbrica che un tempo era del padre, Anne scopre l’amore, prende in giro chi le sta antipatico, si fa domande più grandi di lei e, quando è molto triste, si abbandona al sogno di luoghi senza guerre.

    Anne dall’abbaino posto sul tetto osserva tutto, scorge tutti i mali del mondo, vede i poveri chiedere la carità e i nazisti caricare sui camion gli ebrei. Anne dalla finestra lassù in alto pare spiare anche noi, sembra chiedersi se non siamo tutti un po’ uguali. Non sono passati neanche cento anni, in fondo, da quando lei si è dovuta nascondere in quel rifugio ad Amsterdam.

     

    Molte guerre ancora ci circondano e l’odio sta tornando a serpeggiare in Europa. Da quel rifugio Anne tende la mano al pubblico e sembra dirci di non avere paura, di credere ancora nell’umanità come ci credeva lei, perché senza i sogni e la speranza nulla potrà mai cambiare.

    Nel racconto scenico scopriremo la vera storia di Anne, quello che viveva e provava durante la clandestinità e negli ultimi giorni della sua vita.

    Attraverso lo studio di documenti originali e studi svolti in tutti questi anni la figura di Anne si svelerà agli occhi dei ragazzi: una ragazza coraggiosa e capace di tradurre in parole molto più mature di lei gli avvenimenti che stavano travolgendo il suo mondo.

    Pippi Calzelunghe

    Pippi Calzelunghe

    Astrid Lindgren ha regalato alla figlia Karin, per il nono compleanno, il libro di storie della strana bambina dalle trecce all’insù che viveva tutta sola in una grande casa. Ed è così che è nata Pippi Calzelunghe.

    Lo spettacolo narra le vicenda di Pippi, una bambina fuori dagli schemi, e dei suoi amici attraverso i loro occhi sbarazzini e spensierati. La storia di Pippi si snoderà dal suo arrivo nella vecchia casa, Villa Villacolle, con una scimmietta dallo strano nome il Signor Nilsson e con un cavallo sistemato nella veranda, alle sue avventure con Annika e Tommy, i suoi vicini di casa e compagni di giochi, in una scenografia coloratissima. I tratti di questo personaggio sono stati di ispirazione per molti bestseller svedesi, tra questi il personaggio di Lisbeth Salander della saga Millenium di Stieg Larsson.

    Curiosità dell’allestimento

    Durante l’allestimento Olof Nyman, il marito di Karin, figlia di Astrid Lindgren e rappresentante degli eredi, ha revisionato la drammaturgia del testo confermandone l’autenticità. La stessa Karin ha partecipato alle prove generali approvandone autenticità e confermando la distribuzione in Italia.
    Regia e adattamento sono di Marinella Rolfart e Pino Costalunga.
    Scene, costumi e pupazzi di Tjåsa Gusfor, una delle più importanti scenografe svedesi, che ha ricreato il suo micro mondo: una sorta di  miniaturizzazione fantastica dove i pupazzi (guidati dagli attori a vista, non nascosti come nel teatro delle marionette) sono i veri protagonisti della scena.

    I tre porcellini

    Lo spettacolo

    A prima vista potrebbe sembrare la classica storia dei tre porcellini, ognuno con la propria casa, con l’albero di mele, il camino dal quale si cala il lupo cattivo che li perseguita. Se non fosse che, all’inizio della storia, il lupo si presenta alle selezioni di un noto programma televisivo musicale, canta il suo pezzo forte, ma… non viene accettato! Se non fosse che il lupo, sbagliando strada, arriva ad una casa di mattoni dove crede di trovare un porcellino, ma dalla quale invece esce… una vecchina, la quale altri non è se non la nonna di Cappuccetto Rosso (che questo lupo non ha nessuna intenzione di mangiare!). Se non fosse anche che i tre porcellini, una volta messo in fuga il lupo, decidono di intraprendere la carriera artistica e fondare un gruppo, la “Pig Band”.

    Tre attori quasi invisibili animano cinque pupazzi. Cantano, ballano, saltano, corrono (chi più, chi meno…) su una verde collina che si trasforma via via in una casa di paglia, di legno e di  mattoni, in una strada di campagna e in un albero di mele. Una nonna nella storia sbagliata (o sarà lei in quella giusta e tutti gli altri fuori posto?), tre allegri porcellini e un lupo, che ha un’unica passione, quella della musica, e un’unica paura, quella dei bambini!

    Musiche

    Ascolta le musiche de I tre Porcellini su Spotify, AppleMusic e su altre piattaforme di streaming musicale!

    Cipì

    Sinossi

    Cipì è un esuberante passerotto con tanta voglia di esplorare il mondo. Fin dalla nascita il nido gli sta stretto e i consigli della mamma non bastano a frenare la sua curiosità: il desiderio di conoscere il mondo è sempre più forte di qualsiasi prudenza. Eppure questa sua ribellione lo porta a misurarsi con grandi esperienze ed imprese: scopre le bellezze della natura, il valore dell’amicizia, impara a difendersi dai pericoli e lottare sempre per la verità. Alla fine, diventa padre e insegna ai suoi figli “ad essere laboriosi per mantenersi onesti, ad essere buoni per poter essere amati, ad aprire bene gli occhi per distinguere il vero dal falso, ad essere coraggiosi e difendere la libertà”.

    Mario Lodi

    E’ stato un maestro rivoluzionario e il suo impegno pedagogico per una scuola nuova, basata sul rispetto del bambino, sull’ascolto e sulla libertà di apprendimento, ha ispirato molti giovani insegnanti dando un’importante spinta di cambiamento al mondo dell’istruzione. Nello spettacolo sono sviluppati temi legati alla formazione del bambino: la curiosità e il desiderio di essere sé stessi, che richiede a volte un po’ di trasgressione; lo sviluppo dell’identità attraverso l’esperienza e il ruolo fondamentale dei genitori nell’accompagnare questo percorso; la relazione con l’altro, in termini di gioco, amicizia e amore.

     

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