Ho preso visione e accetto le modalità di trattamento dei dati personali descritte alla pagina Privacy Policy

    Gian Burrasca

     

     

    Un diario pieno di pagine bianche è il regalo che Giannino Stoppani riceve il mercoledì 20 settembre 1905 in occasione del suo nono compleanno: pagine bianche tutte da riempire di fatti e di …misfatti.

    Giannino, il protagonista, combina tanti guai non perché è cattivo, ma perché è un curioso, nel senso più positivo del termine, perché vuole il bene suo, ma soprattutto quello degli altri, perché è un bambino aperto al mondo e perché, come tutti i bambini, ha un forte senso della giustizia.

    Ci sembrava interessante mettere in scene le avventure di un bambino vivace, ma vivo, pieno di gioia di vivere con gli altri e di fantasia come Gian Burrasca, in un momento in cui i bambini non ricevono più in dono diari con fogli bianchi da riempire con racconti di sé in relazione con il mondo, nei quali immortalare le loro giornate piene di avventure e di fantasia.

    Mettere in scena il Giornalino di Gian Burrasca vuol dire riproporre una storia antica, ma che riesce a parlare ancora oggi di un mondo fatto di sentimenti semplici, ma forti, lontano, ma che ha ancora molto da dire.

    Appunti di regia

    La nostra edizione tiene conto non solo del romanzo di Vamba (Luigi Bertelli), ma anche della storica edizione televisiva che la RAI produsse nel 1964 con la regia di Lina Wertmüller e le musiche di Nino Rota e con Rita Pavone come protagonista.

    La scena in bianco e nero si apre come le pagine di quel libro\diario, rilanciando allo spettatore bambino e adulto l’incanto della semplicità  di un mondo che non c’è più. Ecco perché l’idea di mantenere il linguaggio originale di Vamba, per suscitare nello spettatore bambino la curiosità delle parole, la vivacità di un vocabolario che sarà comprensibile al di là della caduta in uso di alcuni termini (come “busse”, “collegio” ecc) o la rarità del loro uso (“parsimonia” ecc)  come sempre succede nel gioco del teatro.

    Dallo sceneggiato mutuiamo l’idea di far interpretare il ruolo di Gian Burrasca all’attrice e tutti gli altri ruoli ad altri due attori (il gioco del mascheramento teatrale!) e proponiamo  musiche e canzoni di quella lontana versione televisiva, anche se poi ci dirigiamo verso un allestimento teatrale completamente nuovo, che ha il sapore della favola antica, in stile Liberty o di Varietà primi ‘900, ma che può parlare al bambino e all’adulto di oggi.

    Attraversamenti

    Lo spettacolo

    Un ragazzo e una ragazza si incontrano per caso in un giardino pubblico e per caso iniziano a dialogare. Tutti e due si trovano a raccontare il loro passato: due passati molto diversi tra di loro.

    Lei è figlia di una famiglia benestante, ma forse un po’ troppo bigotta e chiusa. Una famiglia che vede nella figlia la possibilità di realizzare sogni che sono però solo dei genitori, che non riesce a riconoscere nella figlia una persona con una sua capacità di volere e di desiderare. E qui nascono le discussioni e i litigi, soprattutto con il padre, le incomprensioni con una madre troppo debole, qui nasce il malessere della figlia, sintomi che poi sfoceranno in una reazione violenta e pericolosa. Lui, invece, è un ragazzo che arriva da un paese lontano e povero, che ha attraversato il mare e sperimentato ogni sorta di sopruso mentale e fisico, un ragazzo alla ricerca di un benessere che non poteva avere nel suo paese d’origine.

    Due storie diverse, ma tutte e due raccontate per suscitare domande, per porre dei problemi, per cercare insieme delle soluzioni. Tutte e due per parlare della Carta dei Diritti del Ragazzo e del Bambino.

     

    Questo spettacolo in particolar modo prende in considerazione i seguenti articoli della Carta dei Diritti dei Minori:

    Art. 6 – hai il diritto di vivere

    Art. 7- Hai diritto a un nome che deve essere riconosciuto ufficialmente dal governo. Hai il diritto a una nazionalità (di appartenere a un paese)

    Art. 12 – hai il diritto di dire la tua opinione e gli adulti devono ascoltarti e prenderti seriamente

    Art. 14 – I tuoi genitori dovrebbero aiutarti a decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato e cosa è meglio per te.

    Art. 32 – Hai il diritto alla protezione dal lavoro che danneggia te, la tua salute e la tua educazione. Se lavori, hai il diritto alla sicurezza e a essere pagato in modo equo

    Il libro della giungla

    Lo spettacolo

    Cos’è? Dove si trova di preciso? Cosa c’è nella giungla? Immaginarla potrà essere semplice ma, in effetti, spiegare la giungla a un bambino un pochino meno.

    Ecco allora che, a venirci in aiuto, sono le avventure del piccolo Mowgli che vive prorpio nella giungla indiana. Mowgli è il cucciolo d’uomo che la terribile Tigre Zoppa Shere Khan ha catturato e vuole  mangiarsi. Salvato da una coppia di Lupi che lo sottrae al famelico morso felino è nella Giungla che si svolgono tutte le sue avventure ed è sempre lì che nascono le sue grandi amicizie, soprattutto quella con l’Orso Baloo e con la Pantera Bagheera. La Giungla è amica dunque ma è più spesso pericolosa e Mowgli, nonostante gli insegnamenti di Baloo e della Pantera Bagheera, non poche volte mette a repentaglio la sua vita. E allora cosa lo contraddistingue e cosa lo rende speciale rispetto agli altri animali e abitanti della Giungla? Una cosa per lui preziosa ma anche pericolosa: il suo sguardo!

    E’ facile capire da tutto questo che la Giungla può essere una metafora, che la giungla può essere là fuori, dovunque, con tutte le avventure belle da vivere, con tutte le straordinarie amicizie, ma anche con i suoi pericoli e le sue paure.

    Ed è questo che la nostra versione teatrale del famoso racconto di Kipling vuole raccontare ai bambini dando a loro più chiavi di lettura pur rimanendo fedeli a quella magnifica storia che il libro dell’autore inglese premio Nobel nel 1907 prima e la versione a cartoni animati di Walt Disney poi hanno reso famoso in tutto il mondo.

    Musiche

    Puoi ascoltare le musiche de Il Libro della Giungla su Spotify, Apple Music e sulle altre piattaforme di streaming musicale!

    Le Sorelle Van Stories

    Un nuovo spettacolo per l’estate che viaggia su un pulmino diretto a parchi, piazze, spiagge, fattorie e in ogni luogo dove ci siano bambini a cui raccontare una storia. Riscopriamo assieme il valore dell’oralità, attraverso un raccontare semplice e coinvolgente, che si avvale di pochi oggetti, stimolando efficacemente l’interazione con gli spettatori e la loro immaginazione. Il teatro così diventa uno strumento per ritrovarsi e condividere un’esperienza diversa.

    Trama

    Anny e la dottoressa Aliciandi sono sorelle opposte: una più avventurosa e l’altra più precisa, scienziata. La loro missione è girare per il mondo alla ricerca della fiaba perfetta! Quando si fermano in un posto raccontano tutte le fiabe ascoltate, lette, vissute fino a quel momento e poi… vengono scelte e (per chi vuole) raccontate dagli spettatori! Insieme a loro ci sarà il fedelissimo Igor, il tecnico!  Un viaggio in tutti i continenti attraverso le fiabe, le storie tipiche, le vicende, gli aneddoti, le tradizioni di ogni Paese: dall’Europa all’Africa, dai nativi americani ai giapponesi, dalle storie raccolte da Mandela alle storie riunite da Calvino, passando per Collodi e Rodari.

    Il pubblico sarà immerso nelle varie storie, si immedesimerà nei vari personaggi folkloristici, parteciperà alle vicende attraverso narrazioni, musiche, giochi coinvolgenti, scene mimate, coreografie, pupazzi, piccoli quiz…

    Chissà se le nostre protagoniste risponderanno al grande quesito: esiste la fiaba perfetta? Scopriamolo insieme!

     

    Necessità tecniche: lo spettacolo non necessita di palco poiché sarà adibito a tale il nostro van; i bambini potranno sedersi sul prato mentre per gli adulti si possono prevedere delle sedute attorno; in caso di pioggia lo spettacolo può svolgersi se viene spostato in situazioni al coperto come portici o strutture telonate; carico di corrente 4kw 220V.

    Processo alle verdure

    Lo spettacolo è ispirato a Processo alle verdure – vizi e virtù alimentari degli ortaggi di Roberto Luciani.

     

    Trama

     

    Carlotta è stata mandata a letto senza cena perché non voleva mangiare il minestrone. Si rigira nel letto arrabbiata e… affamata! In fondo, che colpa ne ha lei se le verdure non sono buone? Nessuna! La colpa è delle verdure stesse. Certo, se sapessero di caramella o di cioccolata le mangerebbe, ma sanno di… Di che cosa sanno? Carlotta non lo sa, perché… non le ha mai assaggiate! Prima di addormentarsi, Carlotta medita di trovare una soluzione drastica per liberarsi degli ortaggi e pensa che, se lei fosse il sindaco, farebbe una legge per far gettare tutte le verdure nella spazzatura!

    Nel cuore della notte accade quello che può accadere solo nei sogni o nelle fiabe: la bambina viene svegliata dalla voce del sindaco, che ha sentito la proposta di eliminare le verdure, e, da due fotografie, escono il nonno e la nonna in persona.

    Ci sono quindi elementi sufficienti per iniziare… un processo! Un processo allegro e grottesco, che mette in luce i pregi e i difetti delle verdure. Ma non basterà a emettere un verdetto che dichiari la colpevolezza o l’innocenza, e allora perché non continuare con un gioco, il “gioco degli assaggi” e con una festa, la “festa della verdura”, per poi scivolare di nuovo, piano piano, in un dolce sonno che, al risveglio, faccia spuntare nella mente di Carlotta il germoglio di un dubbio: e se le verdure fossero buone?!?

     

    La trama si snoda in un susseguirsi di colpi di scena, canzoni e situazioni divertenti, in bilico tra il sogno e la realtà. La scenografia è composta da un enorme letto, sul quale Carlotta, il nonno e la nonna giocano, cantano, ridono e danno vita, attraverso l’uso di sagome, alle verdure. La voce del sindaco è quella inconfondibile e ironica di Paolo Poli, che impreziosisce lo spettacolo come un merletto.

     

    Certo i bambini non usciranno dallo spettacolo con la voglia irresistibile di ingozzarsi di verdure (o di mangiare i cavoli… a merenda!), ma forse, anche in loro, sorgerà lo stesso dubbio di Carlotta e decideranno almeno di… assaggiarle!

    Musiche e audiolibro

    Ascolta le musiche e l’audiolibro su Spotify e sulle altre piattaforme streaming!

     

    Un brutto bruttissimo anatroccolo

    Rielaborazione per attori ed oggetti animati dalla omonima fiaba di Hans Christian Andersen

    Lo spettacolo

    A chi non è capitato di sentirsi un brutto anatroccolo? La favola di Andersen contiene un impressionante elemento di attualità: la diversità  discriminata. Nella nostra versione della celebre fiaba dell’autore danese, si incontrano in scena tre strani personaggi, tutti in qualche modo un po’ “brutti” e un po’ “diversi”: il narratore Pietro, un po’ grasso e impacciato, un celeberrimo pianista, il Professor Pianissimo de Pianis – che piange come un bambino quando si arrabbia – ed il suo aiutante Mandracche.

    Tutti hanno qualche difettuccio da nascondere. E forse per questo hanno la pessima abitudine di offendere e prendere in giro il prossimo. Ma nonostante tutto, riescono a trovare un accordo per narrare una bellissima favola. Ed è così che raccontano la storia del Brutto Anatroccolo così come l’ha inventata Andersen. E così, sulla scena, apparirà come per magia il vecchio castello coperto d’edera dove andavano le anatre a covare e si assisterà alla lunga cova di mamma anatra e alla nascita del brutto anatroccolo. Si verrà a sapere delle vicissitudini del povero piccolo beffato dalle anatre, beccato dai polli, assalito dal tacchino e respinto persino dalla ragazza della fattoria a causa della sua bruttezza e diversità.

    Lo spettatore seguirà poi la sua fuga dal cortile e vivrà i suoi mille incontri nella palude delle anitre selvatiche, nella casupola della vecchietta con il gatto Sonnecchia e la Gallina Gambacorta. Ed infine assisterà alla prima apparizione dei bellissimi cigni. Nel raccontare la storia, però, i nostri “eroi” si renderanno conto di come ognuno di noi, bello o brutto, bravo o meno bravo, abbia sempre un piccolo tesoro dentro di sé. Che anche chi non è destinato a trasformarsi in un bellissimo cigno può in qualche modo diventarlo. E allora assieme troveranno una fine diversa pure alla storia, dove il brutto anatroccolo non diventerà più un cigno, ma… ma la fine non ve la raccontiamo, dev’essere una sorpresa… altrimenti che favola è?

    Il Barone di Münchhausen

    Lo spettacolo

    Oggetto di questa produzione sono i fantomatici viaggi di questo ufficiale realmente vissuto nel 18° secolo e straordinario eroe senza macchia e senza paura, che affronta ogni paradossale situazione con forza e una calma invincibili.

    Nello spettacolo si riprendono alcune di queste avventure in un’età di ragione e sentimenti più consolidati, in un periodo dove spesso è difficile distinguere il falso dal vero, dove le “fake news” sono scambiate per verità dimostrate -forse anche a causa di un eccesso di tecnologia e abbondanza di informazioni. Tra le pieghe di quella carta ingiallita, grazie a un gioco di ruoli tra Barone e servitore, passato e presente, si scopre che le ‘avventure’ del Barone rappresentano lo zibaldone fantastico e disordinato del secolo XVIII. Un periodo storico in cui l’uomo mise piede e mano per uscirne diverso da quello che era prima. Trasformato, ‘rivoluzionato’, con un recipiente colmo di conquiste, ma anche inesorabili incognite. Così se da un lato il Barone di Münchhausen è frutto di una fantasmagoria illimitata, dall’altro le sue avventure rimandano alla realtà di un’epoca di attività incessante, caratterizzata dal trionfo della ragione, in cui si collocano i primi pioneristici viaggi extracontinentali e nuove straordinarie scoperte scientifiche.

     

    Note di regia

    Confrontarci oggi – spiega Pino Costalunga – con quell’abile “narratore”, nonché indomito “raccontatore di bugie” che è il Barone di Münchhausen, vuol dire cercare di tracciare un confine tra credulità e immaginario fantastico, tra realtà e sua rappresentazione, tra la capacità di inventare per gioco e per malizia”.

    Hansel e Gretel e la povera strega

    Lo spettacolo

    Avete mai pensato alla celeberrima storia di Hansel e Gretel dal punto di vista della strega? Sì, proprio quella povera strega affamata di bambini che ha escogitato tanti trucchi per catturare le sue piccole vittime ma che, alla fine, è rimasta vittima essa stessa delle sue prede, gettata nel forno a bruciare! Ebbene, nella nostra storia di streghe non ce n’è solo una, ma ben tre e sono qui per raccontarci, molti anni dopo, quando non correvano “tempi così bui e i bambini erano buoni da mangiare”. Le streghe, come tutti ben sanno, amano travestirsi per non farsi riconoscere dai più piccoli. Hansel e Gretel, che oltre ad essere due bambini bravi ed intelligenti hanno anche appreso dai loro genitori e dai libri come va la vita, hanno subito dei forti sospetti, ma le streghe – ahimè – hanno dalla loro la magia con la quale non solo riescono a catturare chi diventerà il loro pranzo, ma coinvolgono anche tutti quelli che avvicinano in una terribile confusione di rime, assonanze e ritmi. Le streghe, infatti, parlano solamente in versi e così dalla loro fame e dalla rima facile non ci si salva più, neppure volendo. Ma è più potente la Magia o l’Intelligenza? Voi che dite? La versione teatrale è un libero adattamento dall’omonima celeberrima fiaba dei Fratelli Grimm.

    E così nacque il mondo LEGREBI Leggende dall’Europa

    Il mito della nascita del mondo sarà raccontato attraverso uno spettacolo teatrale in cui due attori e un musicista daranno vita ad un’avvincente excursus tra le cosmogonie europee. Il mito della creazione, elemento centrale dello spettacolo, verrà affrontato in maniera giocosa e coinvolgente. Un viaggio in Europa, in cui ogni tappa rappresenta un paese ed i suoi oggetti significativi. Si metteranno in risalto gli elementi comuni e le somiglianze piuttosto che le differenze. Alla fine dello spettacolo, dove possibile, il pubblico/gruppo familiare potrà assistere a un momento di scrittura creativa che porterà poi alla creazione di una nuova cosmogonia che verrà messa in scena, grazie alla tecnica dell’improvvisazione, dagli attori dello spettacolo.

    Esigenze e indicazioni tecniche

    Lo spettacolo si svolge a tappe in maniera itinerante. Non necessita di impianto audio e luci per questa ragione è consigliato ad un pubblico massimo di 50 partecipanti. Il pubblico fruisce dello spettacolo in piedi e si sposta da una tappa all’altra. Ogni tappa dura circa 8-10 minuti.

    Durata: 55 minuti

    Età consigliata: dai 6 anni, con famiglie, bambini e adulti

    The Legend of Great Birth

    Fondazione AIDA ha preso parte, insieme ad altri sei paesi, al progetto Europeo The Legend of Great Birth, un progetto che mette in luce gli elementi comuni tra le varie mitologie dei paesi coinvolti. Le leggende vengono tramandate di generazione in generazione e formano le basi dell’identità di ogni paese. La mitologia nasconde un passato profondo e allo stesso tempo forma il futuro di ogni popolo. Ogni paese coinvolto creerà uno spettacolo teatrale con gli elementi delle mitologie della maggior parte delle tradizioni europee (greca, nordica, celtica, rumena, latina, slava).

    Mostri Famosi

    Pino Costalunga ci racconterà di loro, di quei Mostri famosi e meno famosi che hanno spaventato e divertito – e ancora oggi spaventano e divertono – tanti bambini. Lo farà accompagnato da alcune immagini proiettate, a commento di queste storie.

    Andremo a conoscere il Gruffalò, il Mostro Peloso, ma anche alcune creature famose in altre parti del mondo, come il mostro Bagai, personaggio di una leggenda tradizionale haitiana per spiegarsi l’alternarsi del giorno e della notte. Questo mostro, infatti, mangia il Sole, lasciando la Terra avvolta nell’oscurità! Per fortuna un piccolo eroe, Petit Bondié, riuscirà con uno stratagemma a liberare il sole.

    Lo spettacolo si concluderà con una serie di filastrocche cantate, scritte direttamente da Pino Costalunga, che hanno come tema i vampiri e i fantasmi.

     

    Tutto ciò verrà accompagnato dalla voce e dagli strumenti di Leonardo Frattini, eccezionale polistrumentista e compositore di più di una canzone per lo Zecchino d’Oro e che realizzerà per l’occasione una serie di canzoni in tema “mostruoso”.

    La tua iscrizione non può essere convalidata.
    La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

    Resta in contatto con noi!

    Compilando correttamente il modulo che segue, ti aggiornaremo su spettacoli, eventi, iniziative della fondazione

    Il campo SMS deve contenere tra i 6 e i 19 caratteri e includere il prefisso del paese senza usare +/0 (es. 39xxxxxxxxxx per l'Italia)
    ?

    Utilizziamo Brevo come piattaforma di marketing. Inviando questo modulo, accetti che i dati personali da te forniti vengano trasferiti a Brevo per il trattamento in conformità all'Informativa sulla privacy di Brevo.

    Quando invii il modulo, controlla la tua posta in arrivo per confermare l'iscrizione. La tua iscrizione non sarà attiva finchè non verrà confermata.