Ho preso visione e accetto le modalità di trattamento dei dati personali descritte alla pagina Privacy Policy

    Una storia a tempo di Jazz

    Nel nostro spettacolo protagoniste saranno alcune favole che gli schiavi neri d’America si narravano a vicenda. Queste storie servivano per esorcizzare paure e preoccupazioni, aiutarsi nel lavoro e attutire le fatiche con suoni, ritmi e canti, dando vita a quella forma musicale che tanto successo ebbe non solo in America ma in tutto il mondo.

    Le parole per spiegare alcune figure tipiche del Jazz in un dialogo continuo tra attore e strumenti musicali. Infatti nel Jazz, fin dagli inizi, fin dalle prime forme blues, il dialogo c’è sempre stato, tra chi intonava e chi rispondeva, chi chiedeva e chi rispondeva.

    I bambini del pubblico, e gli adulti con loro, saranno sempre attivamente coinvolti in questo gioco scenico. Diventeranno pure loro parte di questo grande concerto per Attore e Strumenti Musicali fatto apposta per raccontare e spiegare il jazz anche ai più piccoli con semplicità, naturalezza e divertimento.

    Pollicino non ha paura dell’orco

    Lo spettacolo

    Pollicino è riuscito a sfuggire dalle grinfie dell’Orco grazie alla sua astuzia. Pollicino ed i ragazzi come lui, che conoscono tante storie, sanno come cavarsela con i tipi pericolosi quali Lupi, Streghe ed Orchi. L’Orco no, nonostante di storie lui ne abbia abitate tante. Ha sempre pensato solo ed unicamente a riempirsi la pancia. E la pancia troppo piena può essere una soddisfazione momentanea, ma alla lunga annebbia il cervello.

    Dopo tanto tempo Pollicino ha voglia di andare a vedere che ne è stato di quell’Orco terribile che aveva cercato di fare di lui e dei suoi fratelli un solo boccone, ma che poi era stato astutamente gabbato. Una storia successa molto tempo prima, ai tempi di Perrault. Ora che il tempo è passato, Pollicino non ha più paura dell’Orco, sa di essere molto più astuto del vecchio e panciuto Omone-Mangia-Bambini. Ma il tempo è trascorso anche per l’Orco che è diventato più vecchio, e forse un po’ più saggio. Sicuramente più debole e stanco e non fa più paura a nessuno. Si è dovuto pure ingegnare a fare un nuovo mestiere per guadagnarsi da vivere e per non ridursi a mangiare bacche selvatiche e qualche fungo. Anche perchè i bambini ormai non si perdono più nel bosco.

    Ma Pollicino, una volta ritrovato il vecchio “amico-nemico”, per ridargli il buon umore gli racconta una storia: la storia di un piccolo bambino che assieme ai suoi fratelli viene abbandonato nel bosco e rischia di finire sotto i denti di un terribile Orco. Quella storia è ambientata in quel Bosco Magico dove ancora ci sono Orchi giovani e spaventosi, e un po’ canterini e ballerini, che con Lupi, Streghe e Mostri terrorizzano i bambini come lui…… Indovinate un po’ qual è questa storia! Un Bosco Magico appunto, pieno anche di amici e di gente simpatica ed intelligente e soprattutto pieno di storie che sanno sempre insegnare…e che sanno dare il buon umore!

    Metti via quel cellulare

    Lo spettacolo

    Il telefonino e la rete – dice Aldo Cazzullo– sono il più grande rincoglionimento dell’umanità. Il telefonino e la rete – replicano i figli – sono parte della nostra vita e sono il nostro futuro.

     

    La storia vuole approfondire i rapporti tra genitori e figli nell’era digitale. Da una parte, c’è chi vede nel cellulare soprattutto i rischi; dall’altra, ci sono coloro che ne vedono invece una serie di molteplici possibilità. Sulla scena non c’è solo rapporto tra gli attori, ma anche il rapporto e la relazione con quello schermo che sulla scena è spesso più luminoso e sicuramente più grande ed evidentemente più pieno di possibilità dell’attore essere umano. Un modo insomma per addentrarsi nelle parole di questo bellissimo libro in modo divertente e imprevedibile, col chiaro tentativo di non trovare risposte, ma di suscitare ulteriori domande. Perché è il porsi delle domande per cercare delle strategie che distingue l’umano dal mezzo tecnologico.

    Il segreto degli invincibili

    Lo spettacolo

    Tratto da Il misterioso segreto degli invincibili (Grappolo di Libri, 2019) di Simone Dini Gandini lo spettacolo racconta uno dei periodi più bui della storia italiana ed europea, quello della follia nazifascista durante la Seconda Guerra Mondiale. Il calcio è quindi il pretesto per raccontare quegli anni tetri, così da restituire al pubblico un affresco dell’Italia stretta nella morsa del fascismo, nella quale, comunque, c’è stato chi ha avuto la forza e il coraggio di rimanere umano di resistere. Contestualmente, seguendo la parabola sportiva del Grande Torino, si assisterà anche all’entusiasmo, all’energia e alla voglia di riscatto e rinascita degli anni subito seguenti alla guerra, anni in cui i granata dominavano appunto il campionato di calcio mentre l’Italia a due ruote si divideva tra il tifo per Coppi e quello per Bartali, il tutto correlato da immagini d’archivio dai Cinegiornali, radiocronache e articoli di giornale dell’epoca.

     

    L’epopea si conclude il 4 maggio del 1949, quando Erbstein e tutta la squadra, perdono la vita nello schianto aereo contro il bastione della basilica di Superga. Da quel giorno finisce la storia e inizia il mito. Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto, è soltanto in trasferta, come scriveva Indro Montanelli, nel Corriere della Sera, il 5 maggio 1949.

     

    In scena un attore, Valerio Ameli, che, con pennellate leggere, dipingerà il quadro di quell’Italia e ripercorrerà insieme a Erbstein la sua rocambolesca fuga dalle Leggi fascistissime e il suo internamento in campo di lavoro. Un musicista polistrumentista, Andrea Faccioli, accompagnerà invece gli spettatori nelle melodie degli anni ’20, ’30 e ’40, canzonette sotto la cui apparenza frivola spesso si nascondevano messaggi sovversivi, pericolosi per il Regime fascista.

     

    Musiche

    Puoi ascoltare la colonna sonora de Il Segreto degli Invincibili su Spotify, Apple Music e sulle altre piattaforme di streaming musicale.

    Pinocchio. Viaggio tragicomico per nasi

    Lo spettacolo

    C’era una volta…un re. No, c’era una volta un pezzo di legno. Nemmeno. C’era una volta il teatro… Lo spettacolo sta per avere inizio. Il pubblico è già seduto. Entra l’attore con l’immancabile valigia ed un gran nasone. Ed ecco che entra l’attore con l’immancabile valigia e un altro gran nasone. “L’hai già detto!” diranno i nostri piccoli lettori. “Lo so” rispondo, ma gli attori sono due, con due valigie e due nasi ed entrambi sono fermamente decisi a raccontare, da soli, la storia del burattino Pinocchio…

    Immediatamente cominciano a bisticciare, naso a naso, su chi dovrà raccontarla e su chi reciterà la parte di Pinocchio. Si aprono le valigie e parte il nostro “viaggio per nasi”. Si perché Pinocchio altro non è che un bambino di legno, con un naso di cui si vergogna. Ma tutto il mondo è fatto da nasi, come  il naso rosso ciliegia di Geppetto, il nasone di Mangiafuoco, per non parlare dei nasi del Gatto e della Volpe. Il piccolo Pinocchio, trascinato dalla sua curiosità e dalle sue marachelle, dovrà compiere un viaggio fantastico prima di tornare, finalmente trasformato in bambino vero, alla casa del babbo Geppetto…

    Due attori, due valigie, infiniti nasi e un grande classico della letteratura per ragazzi. Pinocchio rappresenta il rito iniziatico di un bambino che vuole entrare a far parte della società. Per farlo, come tutti i fanciulli delle favole più note, dovrà uscire di casa e affrontare il mondo, viaggiare attraverso paesi dei Balocchi o di Acchiappacitrulli, fare i conti con le paure (Mangiafuoco) con la coscienza (Grillo Parlante) con l’amicizia (Lucignolo) e con i più svariati imbroglioni (Gatto e la volpe), solo dopo aver superato queste prove entrerà finalmente nell’età adulta (nel romanzo rappresentata dalla “trasformazione” in bambino) per prendersi cura, a sua volta, dei propri affetti (il padre Geppetto e la Fata Turchina). I due attori racconteranno la storia con l’ausilio di piccoli oggetti, maschere, nasi, pupazzi, rubandosi le parti, improvvisando e magari alla fine capiranno che, forse, a raccontarla in due ci si diverte il doppio

     

    La tua iscrizione non può essere convalidata.
    La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

    Resta in contatto con noi!

    Compilando correttamente il modulo che segue, ti aggiornaremo su spettacoli, eventi, iniziative della fondazione

    Il campo SMS deve contenere tra i 6 e i 19 caratteri e includere il prefisso del paese senza usare +/0 (es. 39xxxxxxxxxx per l'Italia)
    ?

    Utilizziamo Brevo come piattaforma di marketing. Inviando questo modulo, accetti che i dati personali da te forniti vengano trasferiti a Brevo per il trattamento in conformità all'Informativa sulla privacy di Brevo.

    Quando invii il modulo, controlla la tua posta in arrivo per confermare l'iscrizione. La tua iscrizione non sarà attiva finchè non verrà confermata.