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    Il mago di Oz

    Un meraviglioso viaggio, in quel pericoloso e tortuoso cammino che è diventare grandi. Ci vuole decisamente cervello, cuore e coraggio!

    “Il viaggio che la piccola Dorothy fa verso il paese di Oz non èsolo un viaggio che parte dal Kansas per arrivare in un paese fantastico, ma è anche un viaggio nella Fantasia e con la Fantasia.  Immaginate in scena quelle strane macchine che, in quel tempo in cui non c’erano né computer né altoparlanti, si usavano proprio in Teatro per riprodurre il suono. La bellissima macchina del vento, per esempio, una specie di mulino di legno che fruscia su un tela, o le macchine del tuono, lastre di lamiera appese a un cavalletto di legno.
    Immaginate che quelle macchine siano capaci anche di far scoprire un po’ alla volta luoghi diversi e di saper creare paesaggi coloratissimi e fantastici.
    Immaginate che i personaggi della storia saltino fuori come per incanto dalle vecchie corde attorcigliate o dai vecchi bauli impolverati. Immaginate poi in quel Teatro tre attori che si mettono a giocare con quegli oggetti divenuti bellissimi pupazzi e con quelle macchine piene di suoni ed effetti magici e misteriosi.”

    Pino Costalunga, regista

    Ne Il Mago di Oz Dorothy, una bambina che vive nel Kansas assieme ai propri zii, viene scaraventata da un ciclone improvviso in un paese popolato da strani personaggi. Atterra nel villaggio dei Succhialimoni, degli ometti bizzarri che la ringraziano perchè ha ucciso la Strega cattiva dell’Est, schiacciata dalla caduta della casa.

    Il suo unico pensiero è quello di fare ritorno a casa, ma pare che il solo che possa aiutarla sia il Mago di Oz. Lungo il cammino che la condurrà dal Mago, Dorothy incontra lo Spaventapasseri, il Boscaiolo di Latta e il Leone Vigliacco. I suoi nuovi amici pensano di avere un vuoto da colmare, per questo hanno bisogno dell’intervento del Mago di Oz. Lo Spaventapasseri crede di aver bisogno di un cervello, il Boscaiolo di Latta di un cuore e il Leone di coraggio, mentre Dorothy non vuole fare altro che ritornare nel suo paese.

    Durante il viaggio, ognuno di loro – affrontando le proprie paure per superare gli ostacoli che si presenteranno lungo il percorso – mostrerà di possedere già ciò che pensava gli mancasse.

    Rivolgendoci direttamente al testo di Baum, nel nostro Il Mago di Oz abbiamo cercato di evidenziarne l’aspetto più “fantastico” legato a quell’esperienza attraverso cui tutti siamo passati. Quel pericoloso e tortuoso cammino che è il crescere, il diventare grandi. Ci vuole decisamente cervello, cuore e coraggio!

     

     

    Recensioni

    Crediti

    • produzione: Fondazione Aida
    • regia: Pino Costalunga
    • drammaturgia: Pino Costalunga
    • con: Annachiara Zanoli/Elena Pavan, Martina Lodi, Francesco Manfredi
    • Pupazzi: Nicola Perin
    • realizzazione scenografie: Federico Balestro

     

    • tecnica utilizzata: teatro d’attore e di figura
    • durata: 60 minuti
    • fascia d’età: 4 – 10 anni
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