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    Il Barone di Münchhausen

    Lo spettacolo

    Oggetto di questa produzione sono i fantomatici viaggi di questo ufficiale realmente vissuto nel 18° secolo e straordinario eroe senza macchia e senza paura, che affronta ogni paradossale situazione con forza e una calma invincibili.

    Nello spettacolo si riprendono alcune di queste avventure in un’età di ragione e sentimenti più consolidati, in un periodo dove spesso è difficile distinguere il falso dal vero, dove le “fake news” sono scambiate per verità dimostrate -forse anche a causa di un eccesso di tecnologia e abbondanza di informazioni. Tra le pieghe di quella carta ingiallita, grazie a un gioco di ruoli tra Barone e servitore, passato e presente, si scopre che le ‘avventure’ del Barone rappresentano lo zibaldone fantastico e disordinato del secolo XVIII. Un periodo storico in cui l’uomo mise piede e mano per uscirne diverso da quello che era prima. Trasformato, ‘rivoluzionato’, con un recipiente colmo di conquiste, ma anche inesorabili incognite. Così se da un lato il Barone di Münchhausen è frutto di una fantasmagoria illimitata, dall’altro le sue avventure rimandano alla realtà di un’epoca di attività incessante, caratterizzata dal trionfo della ragione, in cui si collocano i primi pioneristici viaggi extracontinentali e nuove straordinarie scoperte scientifiche.

     

    Note di regia

    Confrontarci oggi – spiega Pino Costalunga – con quell’abile “narratore”, nonché indomito “raccontatore di bugie” che è il Barone di Münchhausen, vuol dire cercare di tracciare un confine tra credulità e immaginario fantastico, tra realtà e sua rappresentazione, tra la capacità di inventare per gioco e per malizia”.

    Hansel e Gretel e la povera strega

    Lo spettacolo

    Avete mai pensato alla celeberrima storia di Hansel e Gretel dal punto di vista della strega? Sì, proprio quella povera strega affamata di bambini che ha escogitato tanti trucchi per catturare le sue piccole vittime ma che, alla fine, è rimasta vittima essa stessa delle sue prede, gettata nel forno a bruciare! Ebbene, nella nostra storia di streghe non ce n’è solo una, ma ben tre e sono qui per raccontarci, molti anni dopo, quando non correvano “tempi così bui e i bambini erano buoni da mangiare”. Le streghe, come tutti ben sanno, amano travestirsi per non farsi riconoscere dai più piccoli. Hansel e Gretel, che oltre ad essere due bambini bravi ed intelligenti hanno anche appreso dai loro genitori e dai libri come va la vita, hanno subito dei forti sospetti, ma le streghe – ahimè – hanno dalla loro la magia con la quale non solo riescono a catturare chi diventerà il loro pranzo, ma coinvolgono anche tutti quelli che avvicinano in una terribile confusione di rime, assonanze e ritmi. Le streghe, infatti, parlano solamente in versi e così dalla loro fame e dalla rima facile non ci si salva più, neppure volendo. Ma è più potente la Magia o l’Intelligenza? Voi che dite? La versione teatrale è un libero adattamento dall’omonima celeberrima fiaba dei Fratelli Grimm.

    E così nacque il mondo LEGREBI Leggende dall’Europa

    Il mito della nascita del mondo sarà raccontato attraverso uno spettacolo teatrale in cui due attori e un musicista daranno vita ad un’avvincente excursus tra le cosmogonie europee. Il mito della creazione, elemento centrale dello spettacolo, verrà affrontato in maniera giocosa e coinvolgente. Un viaggio in Europa, in cui ogni tappa rappresenta un paese ed i suoi oggetti significativi. Si metteranno in risalto gli elementi comuni e le somiglianze piuttosto che le differenze. Alla fine dello spettacolo, dove possibile, il pubblico/gruppo familiare potrà assistere a un momento di scrittura creativa che porterà poi alla creazione di una nuova cosmogonia che verrà messa in scena, grazie alla tecnica dell’improvvisazione, dagli attori dello spettacolo.

    Esigenze e indicazioni tecniche

    Lo spettacolo si svolge a tappe in maniera itinerante. Non necessita di impianto audio e luci per questa ragione è consigliato ad un pubblico massimo di 50 partecipanti. Il pubblico fruisce dello spettacolo in piedi e si sposta da una tappa all’altra. Ogni tappa dura circa 8-10 minuti.

    Durata: 55 minuti

    Età consigliata: dai 6 anni, con famiglie, bambini e adulti

    The Legend of Great Birth

    Fondazione AIDA ha preso parte, insieme ad altri sei paesi, al progetto Europeo The Legend of Great Birth, un progetto che mette in luce gli elementi comuni tra le varie mitologie dei paesi coinvolti. Le leggende vengono tramandate di generazione in generazione e formano le basi dell’identità di ogni paese. La mitologia nasconde un passato profondo e allo stesso tempo forma il futuro di ogni popolo. Ogni paese coinvolto creerà uno spettacolo teatrale con gli elementi delle mitologie della maggior parte delle tradizioni europee (greca, nordica, celtica, rumena, latina, slava).

    Mostri Famosi

    Pino Costalunga ci racconterà di loro, di quei Mostri famosi e meno famosi che hanno spaventato e divertito – e ancora oggi spaventano e divertono – tanti bambini. Lo farà accompagnato da alcune immagini proiettate, a commento di queste storie.

    Andremo a conoscere il Gruffalò, il Mostro Peloso, ma anche alcune creature famose in altre parti del mondo, come il mostro Bagai, personaggio di una leggenda tradizionale haitiana per spiegarsi l’alternarsi del giorno e della notte. Questo mostro, infatti, mangia il Sole, lasciando la Terra avvolta nell’oscurità! Per fortuna un piccolo eroe, Petit Bondié, riuscirà con uno stratagemma a liberare il sole.

    Lo spettacolo si concluderà con una serie di filastrocche cantate, scritte direttamente da Pino Costalunga, che hanno come tema i vampiri e i fantasmi.

     

    Tutto ciò verrà accompagnato dalla voce e dagli strumenti di Leonardo Frattini, eccezionale polistrumentista e compositore di più di una canzone per lo Zecchino d’Oro e che realizzerà per l’occasione una serie di canzoni in tema “mostruoso”.

    Una storia a tempo di Jazz

    Nel nostro spettacolo protagoniste saranno alcune favole che gli schiavi neri d’America si narravano a vicenda. Queste storie servivano per esorcizzare paure e preoccupazioni, aiutarsi nel lavoro e attutire le fatiche con suoni, ritmi e canti, dando vita a quella forma musicale che tanto successo ebbe non solo in America ma in tutto il mondo.

    Le parole per spiegare alcune figure tipiche del Jazz in un dialogo continuo tra attore e strumenti musicali. Infatti nel Jazz, fin dagli inizi, fin dalle prime forme blues, il dialogo c’è sempre stato, tra chi intonava e chi rispondeva, chi chiedeva e chi rispondeva.

    I bambini del pubblico, e gli adulti con loro, saranno sempre attivamente coinvolti in questo gioco scenico. Diventeranno pure loro parte di questo grande concerto per Attore e Strumenti Musicali fatto apposta per raccontare e spiegare il jazz anche ai più piccoli con semplicità, naturalezza e divertimento.

    Babbo Natale e la pozione delle 13 erbe

    Trama

    Questa volta Babbo Natale si trova ad affrontare la bellissima ma crudele Regina Tormenta, la quale dopo aver scagliato su di lui un terribile incantesimo e congelatogli il cuore, si è impadronita della magica slitta per portare a termine il suo terribile piano segreto. Nikolas, l’apprendista di Babbo Natale, e Rudolph, la fidata renna dal naso rosso, per poter salvare il Natale dovranno allora avventurarsi sui monti della lontana Svizzera alla ricerca del Vecchio Gnomo Saggio, il solo in grado di indicare loro dove crescono le tredici erbe magiche necessarie per realizzare la pozione in grado di sciogliere l’incantesimo e liberare il cuore di Babbo Natale. Una girandola di avventure e colpi di scena per un vero e proprio Fantasy in stile musical emozionante e divertente. Uno spettacolo esuberante con trama e canzoni completamente originali, ma sempre nel rispetto della tradizione e della magica atmosfera del Natale.

    Musiche

    Ascolta le canzoni di Babbo Natale e la pozione delle 13 erbe su Spotify, AppleMusic e su tutte le altre piattaforme di streaming musicali.

     

    Pollicino non ha paura dell’orco

    Lo spettacolo

    Pollicino è riuscito a sfuggire dalle grinfie dell’Orco grazie alla sua astuzia. Pollicino ed i ragazzi come lui, che conoscono tante storie, sanno come cavarsela con i tipi pericolosi quali Lupi, Streghe ed Orchi. L’Orco no, nonostante di storie lui ne abbia abitate tante. Ha sempre pensato solo ed unicamente a riempirsi la pancia. E la pancia troppo piena può essere una soddisfazione momentanea, ma alla lunga annebbia il cervello.

    Dopo tanto tempo Pollicino ha voglia di andare a vedere che ne è stato di quell’Orco terribile che aveva cercato di fare di lui e dei suoi fratelli un solo boccone, ma che poi era stato astutamente gabbato. Una storia successa molto tempo prima, ai tempi di Perrault. Ora che il tempo è passato, Pollicino non ha più paura dell’Orco, sa di essere molto più astuto del vecchio e panciuto Omone-Mangia-Bambini. Ma il tempo è trascorso anche per l’Orco che è diventato più vecchio, e forse un po’ più saggio. Sicuramente più debole e stanco e non fa più paura a nessuno. Si è dovuto pure ingegnare a fare un nuovo mestiere per guadagnarsi da vivere e per non ridursi a mangiare bacche selvatiche e qualche fungo. Anche perchè i bambini ormai non si perdono più nel bosco.

    Ma Pollicino, una volta ritrovato il vecchio “amico-nemico”, per ridargli il buon umore gli racconta una storia: la storia di un piccolo bambino che assieme ai suoi fratelli viene abbandonato nel bosco e rischia di finire sotto i denti di un terribile Orco. Quella storia è ambientata in quel Bosco Magico dove ancora ci sono Orchi giovani e spaventosi, e un po’ canterini e ballerini, che con Lupi, Streghe e Mostri terrorizzano i bambini come lui…… Indovinate un po’ qual è questa storia! Un Bosco Magico appunto, pieno anche di amici e di gente simpatica ed intelligente e soprattutto pieno di storie che sanno sempre insegnare…e che sanno dare il buon umore!

    Metti via quel cellulare

    Lo spettacolo

    Il telefonino e la rete – dice Aldo Cazzullo– sono il più grande rincoglionimento dell’umanità. Il telefonino e la rete – replicano i figli – sono parte della nostra vita e sono il nostro futuro.

     

    La storia vuole approfondire i rapporti tra genitori e figli nell’era digitale. Da una parte, c’è chi vede nel cellulare soprattutto i rischi; dall’altra, ci sono coloro che ne vedono invece una serie di molteplici possibilità. Sulla scena non c’è solo rapporto tra gli attori, ma anche il rapporto e la relazione con quello schermo che sulla scena è spesso più luminoso e sicuramente più grande ed evidentemente più pieno di possibilità dell’attore essere umano. Un modo insomma per addentrarsi nelle parole di questo bellissimo libro in modo divertente e imprevedibile, col chiaro tentativo di non trovare risposte, ma di suscitare ulteriori domande. Perché è il porsi delle domande per cercare delle strategie che distingue l’umano dal mezzo tecnologico.

    Il segreto degli invincibili

    Lo spettacolo

    Tratto da Il misterioso segreto degli invincibili (Grappolo di Libri, 2019) di Simone Dini Gandini lo spettacolo racconta uno dei periodi più bui della storia italiana ed europea, quello della follia nazifascista durante la Seconda Guerra Mondiale. Il calcio è quindi il pretesto per raccontare quegli anni tetri, così da restituire al pubblico un affresco dell’Italia stretta nella morsa del fascismo, nella quale, comunque, c’è stato chi ha avuto la forza e il coraggio di rimanere umano di resistere. Contestualmente, seguendo la parabola sportiva del Grande Torino, si assisterà anche all’entusiasmo, all’energia e alla voglia di riscatto e rinascita degli anni subito seguenti alla guerra, anni in cui i granata dominavano appunto il campionato di calcio mentre l’Italia a due ruote si divideva tra il tifo per Coppi e quello per Bartali, il tutto correlato da immagini d’archivio dai Cinegiornali, radiocronache e articoli di giornale dell’epoca.

     

    L’epopea si conclude il 4 maggio del 1949, quando Erbstein e tutta la squadra, perdono la vita nello schianto aereo contro il bastione della basilica di Superga. Da quel giorno finisce la storia e inizia il mito. Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto, è soltanto in trasferta, come scriveva Indro Montanelli, nel Corriere della Sera, il 5 maggio 1949.

     

    In scena un attore, Valerio Ameli, che, con pennellate leggere, dipingerà il quadro di quell’Italia e ripercorrerà insieme a Erbstein la sua rocambolesca fuga dalle Leggi fascistissime e il suo internamento in campo di lavoro. Un musicista polistrumentista, Andrea Faccioli, accompagnerà invece gli spettatori nelle melodie degli anni ’20, ’30 e ’40, canzonette sotto la cui apparenza frivola spesso si nascondevano messaggi sovversivi, pericolosi per il Regime fascista.

     

    Musiche

    Puoi ascoltare la colonna sonora de Il Segreto degli Invincibili su Spotify, Apple Music e sulle altre piattaforme di streaming musicale.

    Pinocchio. Viaggio tragicomico per nasi

    Lo spettacolo

    C’era una volta…un re. No, c’era una volta un pezzo di legno. Nemmeno. C’era una volta il teatro… Lo spettacolo sta per avere inizio. Il pubblico è già seduto. Entra l’attore con l’immancabile valigia ed un gran nasone. Ed ecco che entra l’attore con l’immancabile valigia e un altro gran nasone. “L’hai già detto!” diranno i nostri piccoli lettori. “Lo so” rispondo, ma gli attori sono due, con due valigie e due nasi ed entrambi sono fermamente decisi a raccontare, da soli, la storia del burattino Pinocchio…

    Immediatamente cominciano a bisticciare, naso a naso, su chi dovrà raccontarla e su chi reciterà la parte di Pinocchio. Si aprono le valigie e parte il nostro “viaggio per nasi”. Si perché Pinocchio altro non è che un bambino di legno, con un naso di cui si vergogna. Ma tutto il mondo è fatto da nasi, come  il naso rosso ciliegia di Geppetto, il nasone di Mangiafuoco, per non parlare dei nasi del Gatto e della Volpe. Il piccolo Pinocchio, trascinato dalla sua curiosità e dalle sue marachelle, dovrà compiere un viaggio fantastico prima di tornare, finalmente trasformato in bambino vero, alla casa del babbo Geppetto…

    Due attori, due valigie, infiniti nasi e un grande classico della letteratura per ragazzi. Pinocchio rappresenta il rito iniziatico di un bambino che vuole entrare a far parte della società. Per farlo, come tutti i fanciulli delle favole più note, dovrà uscire di casa e affrontare il mondo, viaggiare attraverso paesi dei Balocchi o di Acchiappacitrulli, fare i conti con le paure (Mangiafuoco) con la coscienza (Grillo Parlante) con l’amicizia (Lucignolo) e con i più svariati imbroglioni (Gatto e la volpe), solo dopo aver superato queste prove entrerà finalmente nell’età adulta (nel romanzo rappresentata dalla “trasformazione” in bambino) per prendersi cura, a sua volta, dei propri affetti (il padre Geppetto e la Fata Turchina). I due attori racconteranno la storia con l’ausilio di piccoli oggetti, maschere, nasi, pupazzi, rubandosi le parti, improvvisando e magari alla fine capiranno che, forse, a raccontarla in due ci si diverte il doppio

     

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