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    Il Magico Zecchino d’Oro

    Un regalo in musica che vuole rendere omaggio a un appuntamento diventato tradizione. Un appuntamento che ha saputo attraversare gli anni con sobrietà, leggerezza ed eleganza senza mai perdere di vista la propria identità. Ecco allora Il Magico Zecchino d’Oro un titolo che già è un programma.  Un musical nato dalla collaborazione tra Antoniano di Bologna, Fondazione Aida di Verona e Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento, sostenuto da Geomag e Valfrutta.

    Trama

    Cosa aspettarsi dal “Il Magico Zecchino d’Oro”? Uno spettacolo nello spettacolo in cui le canzoni saranno protagoniste assolute insieme alla fantasia e un pizzico di magia. Ricordi, emozioni, sensazioni, momenti vissuti e da rivivere. Questo e tanto altro sarà presente in quello che può essere definito un fantasy musicale in grado di sorprendere tutti, grandi e piccini. Protagonista della trama, Alice, una bambina che a volte ha paura del buio. Con lei, in scena, l’Omino della Luna che manda i sogni ai bimbi mentre dormono grazie al tintinnio dello zecchino d’oro di cui, invece, vuole impadronirsi la Strega Obscura. Non mancheranno, poi, le avventure e gli incontri con alcuni dei personaggi più famosi delle canzoni che hanno fatto la storia dello Zecchino d’Oro. Un regalo che l’Antoniano si fa e ci fa per vivere insieme quest’occasione davvero particolare nel suo genere.

    Uno spettacolo tutto da cantare!

    Come si può immaginare, le canzoni saranno protagoniste assolute di questa produzione. I testi musicali più celebri e più conosciuti dello Zecchino d’Oro sono stati selezionati appositamente per diventare la colonna sonora de “Il Magico Zecchino d’Oro”. Canzoni che sono state pensate dai bambini, cantate e votate da loro nel corso degli anni e che ora, in questa particolare occasione, diventano colonna portante della drammaturgia teatrale. Protagoniste in modo nuovo, rinnovato e rivisitato pur mantenendo il loro stile e la loro autenticità. Una curiosità, questa, che rappresenta anche l’originalità de “Il Magico Zecchino d’Oro” che si rivela essere davvero uno spettacolo coinvolgente e adatto a tutti, grandi e piccini.

    Un brutto bruttissimo anatroccolo

    Rielaborazione per attori ed oggetti animati dalla omonima fiaba di Hans Christian Andersen

    Lo spettacolo

    A chi non è capitato di sentirsi un brutto anatroccolo? La favola di Andersen contiene un impressionante elemento di attualità: la diversità  discriminata. Nella nostra versione della celebre fiaba dell’autore danese, si incontrano in scena tre strani personaggi, tutti in qualche modo un po’ “brutti” e un po’ “diversi”: il narratore Pietro, un po’ grasso e impacciato, un celeberrimo pianista, il Professor Pianissimo de Pianis – che piange come un bambino quando si arrabbia – ed il suo aiutante Mandracche.

    Tutti hanno qualche difettuccio da nascondere. E forse per questo hanno la pessima abitudine di offendere e prendere in giro il prossimo. Ma nonostante tutto, riescono a trovare un accordo per narrare una bellissima favola. Ed è così che raccontano la storia del Brutto Anatroccolo così come l’ha inventata Andersen. E così, sulla scena, apparirà come per magia il vecchio castello coperto d’edera dove andavano le anatre a covare e si assisterà alla lunga cova di mamma anatra e alla nascita del brutto anatroccolo. Si verrà a sapere delle vicissitudini del povero piccolo beffato dalle anatre, beccato dai polli, assalito dal tacchino e respinto persino dalla ragazza della fattoria a causa della sua bruttezza e diversità.

    Lo spettatore seguirà poi la sua fuga dal cortile e vivrà i suoi mille incontri nella palude delle anitre selvatiche, nella casupola della vecchietta con il gatto Sonnecchia e la Gallina Gambacorta. Ed infine assisterà alla prima apparizione dei bellissimi cigni. Nel raccontare la storia, però, i nostri “eroi” si renderanno conto di come ognuno di noi, bello o brutto, bravo o meno bravo, abbia sempre un piccolo tesoro dentro di sé. Che anche chi non è destinato a trasformarsi in un bellissimo cigno può in qualche modo diventarlo. E allora assieme troveranno una fine diversa pure alla storia, dove il brutto anatroccolo non diventerà più un cigno, ma… ma la fine non ve la raccontiamo, dev’essere una sorpresa… altrimenti che favola è?

    Il Barone di Münchhausen

    Lo spettacolo

    Oggetto di questa produzione sono i fantomatici viaggi di questo ufficiale realmente vissuto nel 18° secolo e straordinario eroe senza macchia e senza paura, che affronta ogni paradossale situazione con forza e una calma invincibili.

    Nello spettacolo si riprendono alcune di queste avventure in un’età di ragione e sentimenti più consolidati, in un periodo dove spesso è difficile distinguere il falso dal vero, dove le “fake news” sono scambiate per verità dimostrate -forse anche a causa di un eccesso di tecnologia e abbondanza di informazioni. Tra le pieghe di quella carta ingiallita, grazie a un gioco di ruoli tra Barone e servitore, passato e presente, si scopre che le ‘avventure’ del Barone rappresentano lo zibaldone fantastico e disordinato del secolo XVIII. Un periodo storico in cui l’uomo mise piede e mano per uscirne diverso da quello che era prima. Trasformato, ‘rivoluzionato’, con un recipiente colmo di conquiste, ma anche inesorabili incognite. Così se da un lato il Barone di Münchhausen è frutto di una fantasmagoria illimitata, dall’altro le sue avventure rimandano alla realtà di un’epoca di attività incessante, caratterizzata dal trionfo della ragione, in cui si collocano i primi pioneristici viaggi extracontinentali e nuove straordinarie scoperte scientifiche.

     

    Note di regia

    Confrontarci oggi – spiega Pino Costalunga – con quell’abile “narratore”, nonché indomito “raccontatore di bugie” che è il Barone di Münchhausen, vuol dire cercare di tracciare un confine tra credulità e immaginario fantastico, tra realtà e sua rappresentazione, tra la capacità di inventare per gioco e per malizia”.

    Hansel e Gretel e la povera strega

    Lo spettacolo

    Avete mai pensato alla celeberrima storia di Hansel e Gretel dal punto di vista della strega? Sì, proprio quella povera strega affamata di bambini che ha escogitato tanti trucchi per catturare le sue piccole vittime ma che, alla fine, è rimasta vittima essa stessa delle sue prede, gettata nel forno a bruciare! Ebbene, nella nostra storia di streghe non ce n’è solo una, ma ben tre e sono qui per raccontarci, molti anni dopo, quando non correvano “tempi così bui e i bambini erano buoni da mangiare”. Le streghe, come tutti ben sanno, amano travestirsi per non farsi riconoscere dai più piccoli. Hansel e Gretel, che oltre ad essere due bambini bravi ed intelligenti hanno anche appreso dai loro genitori e dai libri come va la vita, hanno subito dei forti sospetti, ma le streghe – ahimè – hanno dalla loro la magia con la quale non solo riescono a catturare chi diventerà il loro pranzo, ma coinvolgono anche tutti quelli che avvicinano in una terribile confusione di rime, assonanze e ritmi. Le streghe, infatti, parlano solamente in versi e così dalla loro fame e dalla rima facile non ci si salva più, neppure volendo. Ma è più potente la Magia o l’Intelligenza? Voi che dite? La versione teatrale è un libero adattamento dall’omonima celeberrima fiaba dei Fratelli Grimm.

    E così nacque il mondo LEGREBI Leggende dall’Europa

    Il mito della nascita del mondo sarà raccontato attraverso uno spettacolo teatrale in cui due attori e un musicista daranno vita ad un’avvincente excursus tra le cosmogonie europee. Il mito della creazione, elemento centrale dello spettacolo, verrà affrontato in maniera giocosa e coinvolgente. Un viaggio in Europa, in cui ogni tappa rappresenta un paese ed i suoi oggetti significativi. Si metteranno in risalto gli elementi comuni e le somiglianze piuttosto che le differenze. Alla fine dello spettacolo, dove possibile, il pubblico/gruppo familiare potrà assistere a un momento di scrittura creativa che porterà poi alla creazione di una nuova cosmogonia che verrà messa in scena, grazie alla tecnica dell’improvvisazione, dagli attori dello spettacolo.

    Esigenze e indicazioni tecniche

    Lo spettacolo si svolge a tappe in maniera itinerante. Non necessita di impianto audio e luci per questa ragione è consigliato ad un pubblico massimo di 50 partecipanti. Il pubblico fruisce dello spettacolo in piedi e si sposta da una tappa all’altra. Ogni tappa dura circa 8-10 minuti.

    Durata: 55 minuti

    Età consigliata: dai 6 anni, con famiglie, bambini e adulti

    The Legend of Great Birth

    Fondazione AIDA ha preso parte, insieme ad altri sei paesi, al progetto Europeo The Legend of Great Birth, un progetto che mette in luce gli elementi comuni tra le varie mitologie dei paesi coinvolti. Le leggende vengono tramandate di generazione in generazione e formano le basi dell’identità di ogni paese. La mitologia nasconde un passato profondo e allo stesso tempo forma il futuro di ogni popolo. Ogni paese coinvolto creerà uno spettacolo teatrale con gli elementi delle mitologie della maggior parte delle tradizioni europee (greca, nordica, celtica, rumena, latina, slava).

    Mostri Famosi

    Pino Costalunga ci racconterà di loro, di quei Mostri famosi e meno famosi che hanno spaventato e divertito – e ancora oggi spaventano e divertono – tanti bambini. Lo farà accompagnato da alcune immagini proiettate, a commento di queste storie.

    Andremo a conoscere il Gruffalò, il Mostro Peloso, ma anche alcune creature famose in altre parti del mondo, come il mostro Bagai, personaggio di una leggenda tradizionale haitiana per spiegarsi l’alternarsi del giorno e della notte. Questo mostro, infatti, mangia il Sole, lasciando la Terra avvolta nell’oscurità! Per fortuna un piccolo eroe, Petit Bondié, riuscirà con uno stratagemma a liberare il sole.

    Lo spettacolo si concluderà con una serie di filastrocche cantate, scritte direttamente da Pino Costalunga, che hanno come tema i vampiri e i fantasmi.

     

    Tutto ciò verrà accompagnato dalla voce e dagli strumenti di Leonardo Frattini, eccezionale polistrumentista e compositore di più di una canzone per lo Zecchino d’Oro e che realizzerà per l’occasione una serie di canzoni in tema “mostruoso”.

    Una storia a tempo di Jazz

    Nel nostro spettacolo protagoniste saranno alcune favole che gli schiavi neri d’America si narravano a vicenda. Queste storie servivano per esorcizzare paure e preoccupazioni, aiutarsi nel lavoro e attutire le fatiche con suoni, ritmi e canti, dando vita a quella forma musicale che tanto successo ebbe non solo in America ma in tutto il mondo.

    Le parole per spiegare alcune figure tipiche del Jazz in un dialogo continuo tra attore e strumenti musicali. Infatti nel Jazz, fin dagli inizi, fin dalle prime forme blues, il dialogo c’è sempre stato, tra chi intonava e chi rispondeva, chi chiedeva e chi rispondeva.

    I bambini del pubblico, e gli adulti con loro, saranno sempre attivamente coinvolti in questo gioco scenico. Diventeranno pure loro parte di questo grande concerto per Attore e Strumenti Musicali fatto apposta per raccontare e spiegare il jazz anche ai più piccoli con semplicità, naturalezza e divertimento.

    Babbo Natale e la pozione delle 13 erbe

    Trama

    Questa volta Babbo Natale si trova ad affrontare la bellissima ma crudele Regina Tormenta, la quale dopo aver scagliato su di lui un terribile incantesimo e congelatogli il cuore, si è impadronita della magica slitta per portare a termine il suo terribile piano segreto. Nikolas, l’apprendista di Babbo Natale, e Rudolph, la fidata renna dal naso rosso, per poter salvare il Natale dovranno allora avventurarsi sui monti della lontana Svizzera alla ricerca del Vecchio Gnomo Saggio, il solo in grado di indicare loro dove crescono le tredici erbe magiche necessarie per realizzare la pozione in grado di sciogliere l’incantesimo e liberare il cuore di Babbo Natale. Una girandola di avventure e colpi di scena per un vero e proprio Fantasy in stile musical emozionante e divertente. Uno spettacolo esuberante con trama e canzoni completamente originali, ma sempre nel rispetto della tradizione e della magica atmosfera del Natale.

    Musiche

    Ascolta le canzoni di Babbo Natale e la pozione delle 13 erbe su Spotify, AppleMusic e su tutte le altre piattaforme di streaming musicali.

     

    Pollicino non ha paura dell’orco

    Lo spettacolo

    Pollicino è riuscito a sfuggire dalle grinfie dell’Orco grazie alla sua astuzia. Pollicino ed i ragazzi come lui, che conoscono tante storie, sanno come cavarsela con i tipi pericolosi quali Lupi, Streghe ed Orchi. L’Orco no, nonostante di storie lui ne abbia abitate tante. Ha sempre pensato solo ed unicamente a riempirsi la pancia. E la pancia troppo piena può essere una soddisfazione momentanea, ma alla lunga annebbia il cervello.

    Dopo tanto tempo Pollicino ha voglia di andare a vedere che ne è stato di quell’Orco terribile che aveva cercato di fare di lui e dei suoi fratelli un solo boccone, ma che poi era stato astutamente gabbato. Una storia successa molto tempo prima, ai tempi di Perrault. Ora che il tempo è passato, Pollicino non ha più paura dell’Orco, sa di essere molto più astuto del vecchio e panciuto Omone-Mangia-Bambini. Ma il tempo è trascorso anche per l’Orco che è diventato più vecchio, e forse un po’ più saggio. Sicuramente più debole e stanco e non fa più paura a nessuno. Si è dovuto pure ingegnare a fare un nuovo mestiere per guadagnarsi da vivere e per non ridursi a mangiare bacche selvatiche e qualche fungo. Anche perchè i bambini ormai non si perdono più nel bosco.

    Ma Pollicino, una volta ritrovato il vecchio “amico-nemico”, per ridargli il buon umore gli racconta una storia: la storia di un piccolo bambino che assieme ai suoi fratelli viene abbandonato nel bosco e rischia di finire sotto i denti di un terribile Orco. Quella storia è ambientata in quel Bosco Magico dove ancora ci sono Orchi giovani e spaventosi, e un po’ canterini e ballerini, che con Lupi, Streghe e Mostri terrorizzano i bambini come lui…… Indovinate un po’ qual è questa storia! Un Bosco Magico appunto, pieno anche di amici e di gente simpatica ed intelligente e soprattutto pieno di storie che sanno sempre insegnare…e che sanno dare il buon umore!

    Metti via quel cellulare

    Lo spettacolo

    Il telefonino e la rete – dice Aldo Cazzullo– sono il più grande rincoglionimento dell’umanità. Il telefonino e la rete – replicano i figli – sono parte della nostra vita e sono il nostro futuro.

     

    La storia vuole approfondire i rapporti tra genitori e figli nell’era digitale. Da una parte, c’è chi vede nel cellulare soprattutto i rischi; dall’altra, ci sono coloro che ne vedono invece una serie di molteplici possibilità. Sulla scena non c’è solo rapporto tra gli attori, ma anche il rapporto e la relazione con quello schermo che sulla scena è spesso più luminoso e sicuramente più grande ed evidentemente più pieno di possibilità dell’attore essere umano. Un modo insomma per addentrarsi nelle parole di questo bellissimo libro in modo divertente e imprevedibile, col chiaro tentativo di non trovare risposte, ma di suscitare ulteriori domande. Perché è il porsi delle domande per cercare delle strategie che distingue l’umano dal mezzo tecnologico.