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    B&B (Biancaneve e la Bella Addormentata) nella Valle incaRtata

    B&B (Biancaneve e la Bella Addormentata) nella Valle incaRtata è un “delicato spettacolo per ragazzi” sul tema della parità di genere del progetto Teatro Onlife. Scritto e interpretato da Pino Costalunga, con le bellissime figure di carta realizzate da Gaia Bellini.  Per ricreare le varie ambientazioni, Bellini ha realizzato un diorama dove entrano ed escono i personaggi interpretati da Costalunga. La proposta è una sintesi che unisce: l’abilità di una giovane artista, il teatro di figura e le possibilità tecnologiche che consentiranno a Costalunga di districarsi dentro e fuori le scene, dentro e fuori i personaggi.

    Trama B&B (Biancaneve e la Bella Addormentata) nella Valle incaRtata

    Anche Nella Valle IncaRtata ci sono dei Libri con delle bellissime Fiabe, ma quando qualche pagina o qualche angolo di carta si strappa e se ne va, in quella valle speciale, le fiabe non vanno più come dovrebbero andare.

    Là, nella Valle IncaRtata, ci vivono naturalmente anche La Bella Addormentata nel Bosco e Biancaneve, ma sono molto preoccupate, infatti il principe che dovrebbe risvegliarle con un bacio, non arriva.

    Cos’è successo?

    Non c’è problema, B&B cioè Biancaneve e La Bella Addormentata nel Bosco, le due famose Principesse, decidono di cercare il Principe e di capire dove sia finito e cosa gli sia capitato?
    E se il Principe fosse tenuto prigioniero da un terribile Drago Sputafuoco? Ma non sono i Principi, di solito, che liberano le Principessa dai Draghi?
    Non importa, B&B proveranno a stanare e a cacciare il Drago per poter liberare il Povero Principe.

    Insomma, niente nella Valle IncaRtata funziona come dovrebbe funzionare, ma… è molto più bello così e anche più interessante e soprattutto molto, ma molto più DIVERTENTE …

    Cosa portare durante lo spettacolo

    Anche in questo spettacolo di Teatro Onlife, per favorire la partecipazione e l’interazione, ai bambini viene chiesto di portare una serie di oggetti. In questo caso:

    • un oggetto qualsiasi che permetta loro di diventare, a scelta, il personaggio del drago, del principe o della principessa
    • una chiave molto grande
    • un bicchiere di plastica o, in alternativa, un tubo di carta (come quelli della carta igienica)

    Nella sezione download trovate le istruzioni per realizzare una marionetta da dito da tenere, se volete, durante lo spettacolo.

    Il re che aveva paura del buio

    Devi sapere caro principe che quando tocca a noi animali della notte uscire fuori dalle nostre tane, solitamente gli animali del giorno, compresi voi esseri umani, chiudete gli occhi per riposarvi e ricordare tutto il giorno appena passato. E questi ricordi sono colorati e pieni di cose fantastiche che sembrano reali. E si chiamano i sogni. Nei sogni puoi essere tutto ciò che vuoi.
    Incipit de Il re che aveva paura del buio

    Il re che aveva paura del buio è una favola originale, scritta e interpretata da Mariangela Diana. Le ispirazioni nascono dal racconto “L’ombra” di Hans Christian Andersen, dalla favola “Fioccobianco e i rumori della notte” di Anna Oliviero Ferraris.

    In Il re che aveva paura del buio la lucciola diventa simbolo della necessità dell’esistenza della notte e del buio, e ricorda che c’è sempre un modo per illuminare e sentirsi al sicuro.

    Protagonisti oltre alla lucciola sono un bambino, un principe che insegnerà a suo padre, il re, come non avere paura del buio, e anzi amarne le caratteristiche, naturali e suggestive come quelle della luce.

    Note di regia Il re che aveva paura del buio

    “Privarsi del buio e della notte – spiega Mariangela Diana, autrice e interprete, premio Hystrio alla Vocazione 2019 – vorrebbe dire non conoscere gli altri mille colori del cielo, gli animali notturni e le stelle cadenti. Il buio di una stanza scatena le fantasie spesso negative e più spaventose: streghe, fantasmi e mostri sotto il letto sono sempre stati i nemici notturni. L’incontro vuole essere scoperta invece delle fantasie più dolci e rassicuranti che arrivano dalla notte, come il riposo dopo una lunga e stancante giornata, delle lucciole, protagoniste di questa favola e soprattutto dei sogni, vividi e reali soprattutto di notte”.

    Rilevante è anche il rispetto dei luoghi e delle paura altrui. Non si chiede di eliminare o demonizzare la paura, ma saperla riconoscere e affrontarla con delicatezza e comprensione. E accanto il rispetto di un mondo che vive quando noi siamo addormentati, impegnati a sognare.

    Una paura che affrontano sia grandi che piccini, e che può imbarazzare soprattutto nella crescita personale e sociale.

    Suoni in rivolta

    Suoni in rivolta vuole essere un’esperienza introduttiva al vasto mondo del suono. Per fare ciò si utilizzerà non solo la voce ma anche le varie risonanze del proprio corpo e gli strumenti musicali. I bambini avranno un ruolo attivo nella ricerca dei vari suoni, così da scoprire assieme assonanze e dissonanze, rendendo il loro orecchio più vigile e consapevole della meraviglia sonora che ci circonda.

    Suoni in rivolta trama

    Quanto è bella la musica! Lo sa bene Maga Stornella, talmente ossessionata dalla musica da essere disposta a tutto pur di diventare la migliore musicista sul pianeta! Ecco perché lei e il suo fedele aiutante Wolfgango (bis bis
    bis nipote del famoso Mozart) hanno progettato una pozione infallibile per produrre il suono perfetto. Qualcosa però va storto e tutti i suoni del mondo si ribellano, rendendo Wolfgango sordo e muto. Sarà compito di Maga Stornella
    assieme all’aiuto prezioso dei bambini, riuscire a convincere i suoni a tornare ad abitare il corpo e le orecchie del povero Wolfgango, più armoniosi che mai!
    Per aiutarlo bisognerà cercare i suoni ribelli e scovarli da dove si sono nascosti.
    Strumenti musicali, i suoni del mondo e il nostro stesso corpo saranno i fedeli aiutanti in questa sfida all’ultima nota!

     

    Cosa portare durante

    Anche in questo spettacolo di Teatro Onlife, per favorire la partecipazione e l’interazione, ai bambini viene chiesto di portare un oggetto che emana un suono molto gradito ai bambini.

     

     

    On, Off e il mistero della torta scomparsa

    Voi tutti sapete che in ogni casa che si rispetti vivono sempre dei Folletti.
    «Come può essere? – potrebbe chiedermi qualcuno di voi – se io non li ho mai visti?».
    Ve lo garantisco io! È che i folletti sono bravissimi a nascondersi, a non farsi scoprire, ed è per questo che non li avete mai visti!

    Anche nella casa dei Signori Rossi vivono due Folletti: On e Off. I Signori Rossi, naturalmente, non li hanno mai visti, ma sanno che ci sono e se succede che sparisce qualcosa o se si sentono rumori strani, sono prontissimi a dare la colpa a quei due simpatici esseri un po’ magici e un po’ burloni.

    Infatti quel giorno in cui sparì la torta dal frigorifero, il signor Rossi fu subito pronto non solo ad accusare i folletti, ma decise pure di chiamare la DAF, cioè la Disinfestazione Anti Folletti, per eliminarli dalla casa.

    Cosa potevano fare i nostri poveri amici, On e Off, per salvarsi?  L’unico modo era improvvisarsi investigatori per un giorno e scoprire chi fosse il vero colpevole che aveva portato via la torta.

    Dopo una serie di sospetti, di ricerche e di misteri, il colpevole viene trovato, ma …. Questa è una sorpresa, perché il finale sarà veramente molto molto…. Magico….

    Se volete venire anche voi ad aiutare On e Off a svelare il MISTERO DELLA TORTA SCOMPARSA vi aspettiamo il 31 gennaio alle ore 16.00.

    Cosa portare durante lo spettacolo

    Anche in questo spettacolo di Teatro Onlife, per favorire la partecipazione e l’interazione, ai bambini viene chiesto di portare una serie di oggetti. In questo caso:

    • un copricapo qualsiasi

    Cast artistico

    • Pino Costalunga lavora da 40 anni come regista, drammaturgo e attore per il Teatro per adulti e per ragazzi e con progetti di lettura e spettacolo. È membro del coordinamento regionale di lettori professionisti LeggerePerLeggere. È da molti anni ospite di diversi festival nazionali con progetti legati alla lettura ad alta voce; è presenza fissa del Festivaletteratura di Mantova
    • Mariangela Diana, attrice esperta nel settore del teatro ragazzi, tra i finalisti del premio Hystrio alla Vocazione 2019
    • Fabio Bersan, tecnico
    • Stefano Piermatteo, consulente digitale

    Dov’è finita la mia ombra?!

    Dov’è finita la mia ombra è una storia di amicizia per imparare che anche se si è diversi (a volte solo in apparenza), c’è sempre un modo per superare le differenze e gli screzi di tutti i giorni e diventare davvero amici.

    La proposta fa parte del progetto Teatro Onlife, è scritta e interpretata dall’attrice e regista Mariangela Diana, tra i finalisti del Premio Hystrio alla vocazione nel 2019.

    C’era una volta un bambino che non sopportava proprio la sua ombra. Lui si chiamava Pin e la sua ombra, beh, si chiamava Ombra. La sua ombra lo copiava dalla mattina alla sera. Se non si lavava i denti prima di andare a dormire nemmeno l’ombra se li lavava e la sua mamma si arrabbiava. Non si arrabbiava con Ombra, solo con Pin!
    Era facile la vita di Ombra mentre quella di Pin era difficilissima!
    Perché Ombra cercava di essere come lui ma era troppo diversa. Non era proprio come Pin, e lui era stanco di averla tra, anzi sotto i piedi!
    Un giorno Pin trovò il modo di farla sparire dalla sua vista.

    Giovannin senza paura

    Può succedere – o forse è già successo – che qualche personaggio delle vecchie fiabe si perda in questo mondo pieno di voci, messaggi, che arrivano in ogni momento del giorno e della notte più per confondere che per informare o raccontare.

    Può succedere che allora questi personaggi dimentichino pure da dove arrivano e non possano così ritrovare la strada di casa.

    Ma ci abbiamo pensato noi a dare una casa e una voce agli antichi protagonisti delle fiabe. In Giovannin senza paura un attore e quattro musicisti “armati” di flauto, clarinetto, trombone e percussioni, raccontano il loro perdersi e ritrovarsi, narrando le loro storie: quella di un lupo che assomiglia molto a quello di Cappucetto Rosso, ma è il lupo di un’altra storia che si svolge sulle rive del Lago di Garda, oppure quella di una vecchia che potrebbe anche essere la strega di Hansel e Gretel, ma invece non è o quella di un certo Giovannino che, senza alcuna paura, è già comparso in molte altre storie e si ritrova più forte e più furbo che mai, proprio in questa.

    Una narrazione e azione teatrale con un attore e quattro strumenti in scena, con le musiche originali di Gabrio Taglietti per ridare voce e casa alle antiche fiabe italiane.

    Una co-produzione realizzata con Oficina OCM Orchestra da Camera di Mantova, con il contributo di Fondazione Cariverona nell’ambito del progetto “Fatti di Musica”.

    Mozart, il piccolo stregone della musica

    Scopo dell’iniziativa è avvicinare attraverso lo spettacolo teatrale un vasto pubblico di bambini, ragazzi e anche adulti al personaggio ma soprattutto alla musica di Mozart, complice la magia del teatro e del teatro di figura.

    Al centro della narrazione vi sono i numerosi viaggi di Amadeus, le figure importanti e qualche volta ingombranti della sua vita (il padre Leopold, l’arcivescovo Colloredo…), e soprattutto la sua straordinaria capacità di assorbire tutta la musica che gli veniva incontro e restituirla sotto forma di capolavori che uniscono miracolosamente una grande sapienza tecnica ad una straordinaria immediatezza di comunicazione.

    L’organico strumentale è costituito da violino, viola, clarinetto, fagotto e clavicembalo. Sulla scena gli attori interagiscono con figure e immagini: pupazzi e proiezioni ampliano le possibilità teatrali del racconto e la creatività sostiene, con fantasia e intelligenza, la divulgazione musicale.

    Mozart, il piccolo stregone della musica è stato allestito nel 2015 in occasione della stagione sinfonica dell’Orchestra Haydn.

    Sissi, Petruška, Münchhausen al Baby BoFè

    Petruška

    Lo spettacolo propone la fiaba di Petruska, tratta dall’omonimo balletto musicato dal compositore russo Igor Stavinskij. Gli attori sulla scena raccontano ed interpretano i personaggi, accompagnando i piccoli spettatori in un viaggio attraverso la storia, ma soprattutto attraverso la musica, parte integrante dello sviluppo narrativo. Sarà proprio la musica a evocare le atmosfere festose della fiera di piazza, fino ad arrivare al teatrino dei burattini, dove si esibiscono i protagonisti della storia: il timido e romantico Petruska, la ballerina e il terribile Moro. Privilegiando sulla scena un linguaggio giocoso, leggero e divertente, la storia del burattino Petruska racconta grandi timidezze e piccoli fallimenti così simili a quelli del Clown, figura simbolo quasi sempre perdente, ma così amata dai bambini.

    Si animano, provano sentimenti umani come l’amore e la gelosia, danzano sulle musiche che Stravinskij scrisse per la mitica compagnia dei Ballets Russes di Diaghilev: di quello spettacolo, andato in scena per la prima volta a Parigi nel 1911 con le scene e i costumi di Benois e le coreografie di Fokine, sul palcoscenico dell’Antoniano si ritrova l’impianto scenico originale, le scritte in cirillico del teatrino di marionette e i vivaci colori dei costumi, in uno stilizzato richiamo al folclore russo.

    La pianista Giuseppina Coni esegue la virtuosistica versione per pianoforte realizzata da Stravinskij stesso; Nadezhda Simeonova (maschere), Massimo Marchiori (scene e costumi) e Nicoletta Vicentini (regia).
    Con: Anna Benico, Marina Fresolone e Jacopo Pagliari

     

    Il barone di  Münchhausen

    Lo spettacolo propone le rocambolesche vicende del personaggio uscito dalla penna di Rudolf Eric Raspe sotto il segno della musica barocca. Le musiche per tastiera di Johann Sebastian Bach, vissuto proprio negli stessi anni del vero Barone di Münchhausen, accompagnano i racconti inverosimili di uno dei personaggi più amati della letteratura per l’infanzia. Racconti divertenti ed esagerati, come quelli del cavallo ritrovato appeso al campanile, del viaggio sulla luna o dell’incontro con il Sultano.

    Pop-up sagomati animano la scena, tra sogno e realtà, in sincrono con le note delle Suite inglesi, delle Invenzioni a 3 voci, dell’Aria delle Variazioni Goldberg, dei Preludi e Fughe del Clavicembalo ben temperato.

    Al pianoforte, Giuseppina Coni esegue con accuratezza questa selezione di brani bachiani, piacevoli e di facile ascolto.
    Regia Lorenzo Bassotto
    Con Roberto Macchi e Lorenzo Bassotto

     

    La principessa Sissi

    musiche di Johann Strauss e Arnold Schoenberg

    La straordinaria vita della Principessa Sissi viene narrata sulle note dei valzer più famosi di Johann Strauss trascritti da Schoenberg. Questa nuova produzione realizzata da Bologna Festival vede impegnati gli allievi dei corsi di alto perfezionamento dell’Accademia Orchestra Mozart. Le romanzesche vicende biografiche della Principessa Sissi, futura imperatrice d’Austria, diventano l’occasione per scoprire la musica di un grande musicista viennese, Arnold Schoenberg: il pubblico dei bambini familiarizza con la modernità del linguaggio musicale di Schoenberg attraverso le sue trascrizioni di alcuni noti valzer di Johann Strauss e un’opera di facile e piacevole ascolto quali i Sei piccoli pezzi op.19 per pianoforte.

    Con l’Accademia dell’Orchestra Mozart
    Con Flora Sarrubbo e Monica Ceccardi drammaturgia
    Flora Sarrubbo regia, Marco Ferrara scene, Marco Ferrara, Lucia Ferrara, Angela Solimando costumi
    Con Monica Ceccardi, Stefano De Tassis, Irene Fioravante
    J. Strauss / A. Schoenberg Rose del Sud op.388, Valzer della laguna op.4

    Gli spettacoli non sono al momento disponibili

    Andersen, il viaggio di Hans

    Andersen, il viaggio di Hans è uno spettacolo in due atti: Guardando il cielo, musica di Paolo Coggiola, e Ascoltando la terra, musica di Cesere Picco, che rende omaggio alle storie e alla figura di Hans Christian Andersen: uomo di cuore e fantasia, grande viaggiatore, che ha saputo dipingere, con l’uso di un innovativo linguaggio (…) una visione del mondo che non tralascia inusuali punti d’osservazione.
    Inspirandoci alle sua fiabe nasce “ Il viaggio di Hans”: un percorso di formazione, per giovanissimi spettatori, dove storie e personaggi s’intrecciano, divenendo loro stessi parte dell’evoluzione del racconto.

    Drammaturgia

    “Il viaggio di Hans ha la struttura originale di due operine liriche per ragazzi (“Guardando il cielo” e “Ascoltando la terra”), ben distinte tra loro, ma complementari l’una all’altra. Per la prima, con musica composta da Paolo Coggiola, ho attinto da alcune fiabe che si rifanno al mondo degli animali, alla natura ed alla sua magia (come ad esempio Il brutto anatroccolo, Mignolina, Il rospo).
    Nella seconda, Ascoltano la terra, con musica composta da Cesare Picco, mi sono ispirata piuttosto alle fiabe in cui gli uomini e il loro mondo, sono al centro del racconto, scegliendo questa volta, appositamente, una drammaturgia più complessa che si rivolge al giovane spettatore già in via di trasformazione.
    Ho avuto però legare, entrambe le operine, con un filo conduttore: una fiaba in condivisione e il personaggio di Hans (interpretato da un attore).

    La metafora del volo inoltre è un altro elemento in comune tra le due parti del “Viaggio di Hans”, ma mentre nella prima (“Guardando il cielo”), ho voluto rappresentarla tramite (…)  l’aspirazione, il desiderio di crescita, simboleggiata dalla figura del cigno; nella seconda (“Ascoltando la terra”) la crescita è già avvenuta (…). Questa volta sarà il volo dell’angelo che, sempre mantenendo la simbologia delle ali, chiuderà il cerchio della crescita e della trasformazione. “Il viaggio di Hans” conduce per mano il giovane spettatore, attraverso un percorso di parole, canto, racconto e melodia, che tiene conto del non facile approccio con il mondo della lirica, cercando però di non comprometterne la sua integrità.

    Ed è sempre nell’ottica dell’avvicinamento alla lirica, che ho scelto (…) “Il compagno di viaggio”, uno degli scritti più importanti di Andersen che cita un’antica leggenda danese, avvicinandosi inconsapevolmente al Gozzi ed alla “Turandot” di Giacomo Puccini, a dimostrazione che anche la lirica in fondo è gioco, passione e ricerca che mi piacerebbe, un giorno, riscoprire negli spettatori di domani”.
    Monica Malavasi

    Le musiche di Cesare Picco

    “Conoscete il Rap? Cosa c’entra, direte voi, il Rap con la Lirica? Beh, c’entra di sicuro con il pubblico più giovane (…). E c’entra anche con Hans. Durante la seconda scena, il nostro giovane viaggiatore cerca di consolare una triste bimba ammalata: che cosa può fare di meglio se non costruirle un teatrino con degli strambi personaggi e “rappare” una storia divertente? La piccola orchestra crea un “battito ritmico anomalo” (il rap originale, quello dei ghetti americani, si costruisce con ritmiche elettroniche), ma la curiosità in questo caso, consiste nell’aver accostato le timbriche classiche ad un genere musicale catalogato – erroneamente – come “inferiore”.
    Cesare Picco, pianista e compositore.
    Dal 1987 si esibisce in tutto il mondo in concerti di piano solo e inizia l’attività di compositore per orchestre e solisti.

     

    Regia

    “La struttura drammaturgica e la partitura musicale delle due opere che compongono “Il viaggio di Hans”; le fonti letterarie, le fiabe di Andersen tra tradizione ed emozione personali dell’autore, hanno stimolato e suggerito una possibile ed originale messa in scena. L’idea fondamentale è quella di unire armoniosamente i vari linguaggi e componenti espressive del teatro e dell’opera musicale; gli attori, la loro voce e le loro azioni; i cantanti e i musicisti con la loro presenza e i loro suoni; le immagini e le figure con la loro suggestione e magia si incontrano in un equilibrio fragile, ma di grande energia. Nasce un grande gioco che si manifesta in scena e tende a seguire la traccia drammaturgica: il viaggio di Hans è una crescita, un apprendimento attraverso incontri, emozioni ed esperienze”.
    Gianni Franceschini

     

     

    Cantico di Natale

    Il cantico di Natale di Dickens come Pinocchio di Collodi, Senza famiglia di Malot, Tom Sawyer di Twain o I ragazzi della via Pal di Molnar: un classico dell’infanzia. Il cammino verso la virtù, in letteratura, è lastricato di noia, e i giovani lettori son tutti potenzialmente, dei Gianburrasca che non amano le prediche: è la ragione per cui Pinocchio resta al tempo meglio, ad esempio, di Cuore di De Amicis. Ma Dickens era un moralista ameno; dei suoi personaggi – anche di quelli negativi come Scrooge – sapeva mostrarci umane paure e umani pentimenti. Inoltre, abile a spremerci qualche lacrimuccia di commozione, non rinunciava a cogliere i lati comici della vita, con quell’indulgente pietà che proviene dalla conoscenza dei segreti del cuore. (…)

    Di questo classico ho inteso realizzare a mia volta un nuovo adattamento “libero” e “aggiornato”. Nel senso che mi sono proposto di proiettare nel mondo d’oggi, così com’è, la storia del vecchio usuraio alla fine pentito: affinché Il cantico di Natale non fosse – o non fosse soltanto, come avrebbe potuto diventare – un vecchio libro di immagini su una Londra, (…)  ma riuscisse a stimolare – in questo caso nel pubblico dei giovanissimi cui lo spettacolo è destinato (…) qualche considerazione sul mondo in cui ci troviamo a vivere”.

    Ugo Ronfani

    E’ autore di questa versione teatrale “aggiornata” di A Christmas Carol dedicata al pubblico dei bambini e ragazzi, è stato giornalista, scrittore e docente oltre che critico teatrale e letterario de “Il giorno”, di cui è stato anche vicedirettore.  Ha fondato e diretto la rivista di teatro e spettacolo “Hystrio”.

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