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    Ma perché tutti mi chiamano Frankenstein?

    C’era una volta una mamma così povera ma così povera da non potere avere figli…e così decise di costruirne uno! E lo chiamò Teo, come Prometeo, ma tutti lo chiamavano FRANKENSTEIN.

     

    Lo spettacolo

    La storia narra di Teo, un bambino buono, ma diverso da tutti gli altri: la mamma ha usato le cose sbagliate per fargli corpo e testa, si muove in maniera sgraziata e non capisce subito tutto. Anche il Dottor Frankenstein, del famoso romanzo di Mary Shelley,  si costruisce una specie di figlioccio, in quel caso assai mostruoso e spaventoso, ed è proprio per questo che quel bambino, viene chiamato da tutti Frankenstein. Ma il suo cuore è come quello di tutti gli altri bambini, forse ancora più speciale, perché ha usato le cose più preziose che aveva per costruirlo… quali?  Non ve lo diciamo, non vogliamo raccontarvi tutta la storia, vogliamo solo dirvi che è una storia dove si ride, dove ci si commuove e con qualche piccolo brivido di paura di tanto in tanto.

     

    Pino Costalunga, regista dello spettacolo, spiega: “In questa libera versione per ragazzi, Frankenstein è un mostro semplicemente perché diverso da tutti gli altri, frutto della fantasia. Purtroppo spesso la fantasia unita alla paura crea mostri anche dove non ci sono, impedisce il confronto e spesso limita addirittura la nostra capacità di amare, portandoci a quel sentimento deleterio che è l’odio o a stupide azioni di bullismo.”

     

    Musiche

    Ascolta le musiche e le canzoni di Ma perché tutti mi chiamano Frankenstein? su Spotify, AppleMusic e altre piattaforme musicali di streaming!

    Gian Burrasca

     

     

    Un diario pieno di pagine bianche è il regalo che Giannino Stoppani riceve il mercoledì 20 settembre 1905 in occasione del suo nono compleanno: pagine bianche tutte da riempire di fatti e di …misfatti.

    Giannino, il protagonista, combina tanti guai non perché è cattivo, ma perché è un curioso, nel senso più positivo del termine, perché vuole il bene suo, ma soprattutto quello degli altri, perché è un bambino aperto al mondo e perché, come tutti i bambini, ha un forte senso della giustizia.

    Ci sembrava interessante mettere in scene le avventure di un bambino vivace, ma vivo, pieno di gioia di vivere con gli altri e di fantasia come Gian Burrasca, in un momento in cui i bambini non ricevono più in dono diari con fogli bianchi da riempire con racconti di sé in relazione con il mondo, nei quali immortalare le loro giornate piene di avventure e di fantasia.

    Mettere in scena il Giornalino di Gian Burrasca vuol dire riproporre una storia antica, ma che riesce a parlare ancora oggi di un mondo fatto di sentimenti semplici, ma forti, lontano, ma che ha ancora molto da dire.

    Appunti di regia

    La nostra edizione tiene conto non solo del romanzo di Vamba (Luigi Bertelli), ma anche della storica edizione televisiva che la RAI produsse nel 1964 con la regia di Lina Wertmüller e le musiche di Nino Rota e con Rita Pavone come protagonista.

    La scena in bianco e nero si apre come le pagine di quel libro\diario, rilanciando allo spettatore bambino e adulto l’incanto della semplicità  di un mondo che non c’è più. Ecco perché l’idea di mantenere il linguaggio originale di Vamba, per suscitare nello spettatore bambino la curiosità delle parole, la vivacità di un vocabolario che sarà comprensibile al di là della caduta in uso di alcuni termini (come “busse”, “collegio” ecc) o la rarità del loro uso (“parsimonia” ecc)  come sempre succede nel gioco del teatro.

    Dallo sceneggiato mutuiamo l’idea di far interpretare il ruolo di Gian Burrasca all’attrice e tutti gli altri ruoli ad altri due attori (il gioco del mascheramento teatrale!) e proponiamo  musiche e canzoni di quella lontana versione televisiva, anche se poi ci dirigiamo verso un allestimento teatrale completamente nuovo, che ha il sapore della favola antica, in stile Liberty o di Varietà primi ‘900, ma che può parlare al bambino e all’adulto di oggi.

    Il diavolo fortunato

    La fortuna è un dono che ci viene dato o è qualcosa che si crea con tanto impegno e forza di volontà? Questo si chiedono i due strambi amici che vogliono raccontare questa storia.

    E la storia parla proprio di questo: di un ragazzo che, nonostante da piccolo sia finito in un pozzo dove troverà una strana vecchina che lo investirà di fortuna eterna, dovrà trovare crescendo, la forza e il coraggio di superare i mille ostacoli che gli si parano davanti.
    Un Re invidioso della fortuna del ragazzo e preoccupato di perdere la corona, cercherà in tutti i modi di liberarsi di lui, mandandolo fino all’inferno a strappare tre capelli d’oro dalla testa del Diavolo in persona, pur di toglierselo di torno.
    Il ragazzo per strada incontrerà briganti, regine, strane vecchiette, sfingi dai complessi indovinelli e perfino un vecchio rematore infelice e arriverà a scoprire che anche il Diavolo ha una nonna (e che nonna)!
    Sarà un viaggio pieno di coraggio, colpi di scena e combattimenti all’ultima rima.

    Riuscirà il nostro eroe a tornare sano e salvo dal viaggio infernale architettato dal perfido Re Giovanni?

    È proprio vero che la fortuna aiuta gli audaci?

    Scopritelo con noi!

    Spettacolo realizzato con il contributo della Provincia di Trento

    Buon Natale Babbo Natale

    Buon Natale Babbo Natale è una fiaba natalizia che fa riferimento alla tradizione e al contempo tratta temi propri della contemporaneità. Aiuterà i bambini ma anche gli adulti a dare spazio alla parte fantastica e sognatrice che risiede nel profondo di ciascuno. La commedia musicale porta in scena un Babbo Natale diverso dal solito. Infatti, questo Babbo non riesce più a passare nei camini e portare i regali ai bambini durante la Vigilia di Natale. Con l’aiuto di Ortica e Castagna, i folletti aiutanti, e Federico e Chiara, i due bambini protagonisti, affronterà, tra colpi di scena e canzoni, diverse difficoltà, non ultime i temibili tranelli seminati qua e là dal cattivissimo  il terribile piano di Mago Bisesto.

    Trama

    E se Babbo Natale non potesse più portare i doni ai bambini come fa da sempre puntualmente ogni anno? E se neppure la Befana fosse disponibile a sostituirlo?  Il Natale rischierebbe di diventare un giorno come tanti altri, anzi, più triste e noioso. Nel suo primo volo di prova, Babbo Natale si è incastrato nel camino della casa di due bambini e non riesce più a venirne fuori. A dire il vero Babbo Natale non riesce più a venir fuori da tutta una serie di altri piccoli problemi. In questi ultimi tempi è molto ingrassato, mangia solo delle grosse caramelle colorate mandategli da un ammiratore sconosciuto e non ne vuole proprio sapere di mettersi a dieta. Ma la cosa peggiore è che gli è passata anche la voglia di volare con le sue renne e la sua slitta.
    Per fortuna Federico e Chiara, i bambini protagonisti di questa storia, sono bravi e intelligenti. Alla fine, troveranno il modo non solo di aiutare Babbo Natale a uscire dal camino, ma anche a risolvere una faccenda molto pericolosa per lui e per tutti i bambini del mondo.

    I nostri due amici, con l’aiuto dei Folletti di Babbo Natale, Ortica e Castagna, scopriranno infatti che il terribile Mago Bisesto, invidioso del fatto che la sua festa cada una sola volta ogni quattro anni e non sia mai attesa e festeggiata come si deve, ha ordito un piano terribile per abolire per sempre la gioia del Natale cercando di mettere fuori gioco sia Babbo Natale che la Befana.

    Tra colpi di scena, canzoni e gran divertimento, alla fine il Natale sarà salvato e tutti potranno gridare e cantare ancora insieme e felici: Buon Natale, Babbo Natale!

     

    Attraversamenti

    Lo spettacolo

    Un ragazzo e una ragazza si incontrano per caso in un giardino pubblico e per caso iniziano a dialogare. Tutti e due si trovano a raccontare il loro passato: due passati molto diversi tra di loro.

    Lei è figlia di una famiglia benestante, ma forse un po’ troppo bigotta e chiusa. Una famiglia che vede nella figlia la possibilità di realizzare sogni che sono però solo dei genitori, che non riesce a riconoscere nella figlia una persona con una sua capacità di volere e di desiderare. E qui nascono le discussioni e i litigi, soprattutto con il padre, le incomprensioni con una madre troppo debole, qui nasce il malessere della figlia, sintomi che poi sfoceranno in una reazione violenta e pericolosa. Lui, invece, è un ragazzo che arriva da un paese lontano e povero, che ha attraversato il mare e sperimentato ogni sorta di sopruso mentale e fisico, un ragazzo alla ricerca di un benessere che non poteva avere nel suo paese d’origine.

    Due storie diverse, ma tutte e due raccontate per suscitare domande, per porre dei problemi, per cercare insieme delle soluzioni. Tutte e due per parlare della Carta dei Diritti del Ragazzo e del Bambino.

     

    Questo spettacolo in particolar modo prende in considerazione i seguenti articoli della Carta dei Diritti dei Minori:

    Art. 6 – hai il diritto di vivere

    Art. 7- Hai diritto a un nome che deve essere riconosciuto ufficialmente dal governo. Hai il diritto a una nazionalità (di appartenere a un paese)

    Art. 12 – hai il diritto di dire la tua opinione e gli adulti devono ascoltarti e prenderti seriamente

    Art. 14 – I tuoi genitori dovrebbero aiutarti a decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato e cosa è meglio per te.

    Art. 32 – Hai il diritto alla protezione dal lavoro che danneggia te, la tua salute e la tua educazione. Se lavori, hai il diritto alla sicurezza e a essere pagato in modo equo

    Il libro della giungla

    Lo spettacolo

    Cos’è? Dove si trova di preciso? Cosa c’è nella giungla? Immaginarla potrà essere semplice ma, in effetti, spiegare la giungla a un bambino un pochino meno.

    Ecco allora che, a venirci in aiuto, sono le avventure del piccolo Mowgli che vive prorpio nella giungla indiana. Mowgli è il cucciolo d’uomo che la terribile Tigre Zoppa Shere Khan ha catturato e vuole  mangiarsi. Salvato da una coppia di Lupi che lo sottrae al famelico morso felino è nella Giungla che si svolgono tutte le sue avventure ed è sempre lì che nascono le sue grandi amicizie, soprattutto quella con l’Orso Baloo e con la Pantera Bagheera. La Giungla è amica dunque ma è più spesso pericolosa e Mowgli, nonostante gli insegnamenti di Baloo e della Pantera Bagheera, non poche volte mette a repentaglio la sua vita. E allora cosa lo contraddistingue e cosa lo rende speciale rispetto agli altri animali e abitanti della Giungla? Una cosa per lui preziosa ma anche pericolosa: il suo sguardo!

    E’ facile capire da tutto questo che la Giungla può essere una metafora, che la giungla può essere là fuori, dovunque, con tutte le avventure belle da vivere, con tutte le straordinarie amicizie, ma anche con i suoi pericoli e le sue paure.

    Ed è questo che la nostra versione teatrale del famoso racconto di Kipling vuole raccontare ai bambini dando a loro più chiavi di lettura pur rimanendo fedeli a quella magnifica storia che il libro dell’autore inglese premio Nobel nel 1907 prima e la versione a cartoni animati di Walt Disney poi hanno reso famoso in tutto il mondo.

    Musiche

    Puoi ascoltare le musiche de Il Libro della Giungla su Spotify, Apple Music e sulle altre piattaforme di streaming musicale!

    Le Sorelle Van Stories

    Un nuovo spettacolo per l’estate che viaggia su un pulmino diretto a parchi, piazze, spiagge, fattorie e in ogni luogo dove ci siano bambini a cui raccontare una storia. Riscopriamo assieme il valore dell’oralità, attraverso un raccontare semplice e coinvolgente, che si avvale di pochi oggetti, stimolando efficacemente l’interazione con gli spettatori e la loro immaginazione. Il teatro così diventa uno strumento per ritrovarsi e condividere un’esperienza diversa.

    Trama

    Anny e la dottoressa Aliciandi sono sorelle opposte: una più avventurosa e l’altra più precisa, scienziata. La loro missione è girare per il mondo alla ricerca della fiaba perfetta! Quando si fermano in un posto raccontano tutte le fiabe ascoltate, lette, vissute fino a quel momento e poi… vengono scelte e (per chi vuole) raccontate dagli spettatori! Insieme a loro ci sarà il fedelissimo Igor, il tecnico!  Un viaggio in tutti i continenti attraverso le fiabe, le storie tipiche, le vicende, gli aneddoti, le tradizioni di ogni Paese: dall’Europa all’Africa, dai nativi americani ai giapponesi, dalle storie raccolte da Mandela alle storie riunite da Calvino, passando per Collodi e Rodari.

    Il pubblico sarà immerso nelle varie storie, si immedesimerà nei vari personaggi folkloristici, parteciperà alle vicende attraverso narrazioni, musiche, giochi coinvolgenti, scene mimate, coreografie, pupazzi, piccoli quiz…

    Chissà se le nostre protagoniste risponderanno al grande quesito: esiste la fiaba perfetta? Scopriamolo insieme!

     

    Necessità tecniche: lo spettacolo non necessita di palco poiché sarà adibito a tale il nostro van; i bambini potranno sedersi sul prato mentre per gli adulti si possono prevedere delle sedute attorno; in caso di pioggia lo spettacolo può svolgersi se viene spostato in situazioni al coperto come portici o strutture telonate; carico di corrente 4kw 220V.

    Processo alle verdure

    Lo spettacolo è ispirato a Processo alle verdure – vizi e virtù alimentari degli ortaggi di Roberto Luciani.

     

    Trama

     

    Carlotta è stata mandata a letto senza cena perché non voleva mangiare il minestrone. Si rigira nel letto arrabbiata e… affamata! In fondo, che colpa ne ha lei se le verdure non sono buone? Nessuna! La colpa è delle verdure stesse. Certo, se sapessero di caramella o di cioccolata le mangerebbe, ma sanno di… Di che cosa sanno? Carlotta non lo sa, perché… non le ha mai assaggiate! Prima di addormentarsi, Carlotta medita di trovare una soluzione drastica per liberarsi degli ortaggi e pensa che, se lei fosse il sindaco, farebbe una legge per far gettare tutte le verdure nella spazzatura!

    Nel cuore della notte accade quello che può accadere solo nei sogni o nelle fiabe: la bambina viene svegliata dalla voce del sindaco, che ha sentito la proposta di eliminare le verdure, e, da due fotografie, escono il nonno e la nonna in persona.

    Ci sono quindi elementi sufficienti per iniziare… un processo! Un processo allegro e grottesco, che mette in luce i pregi e i difetti delle verdure. Ma non basterà a emettere un verdetto che dichiari la colpevolezza o l’innocenza, e allora perché non continuare con un gioco, il “gioco degli assaggi” e con una festa, la “festa della verdura”, per poi scivolare di nuovo, piano piano, in un dolce sonno che, al risveglio, faccia spuntare nella mente di Carlotta il germoglio di un dubbio: e se le verdure fossero buone?!?

     

    La trama si snoda in un susseguirsi di colpi di scena, canzoni e situazioni divertenti, in bilico tra il sogno e la realtà. La scenografia è composta da un enorme letto, sul quale Carlotta, il nonno e la nonna giocano, cantano, ridono e danno vita, attraverso l’uso di sagome, alle verdure. La voce del sindaco è quella inconfondibile e ironica di Paolo Poli, che impreziosisce lo spettacolo come un merletto.

     

    Certo i bambini non usciranno dallo spettacolo con la voglia irresistibile di ingozzarsi di verdure (o di mangiare i cavoli… a merenda!), ma forse, anche in loro, sorgerà lo stesso dubbio di Carlotta e decideranno almeno di… assaggiarle!

    Musiche e audiolibro

    Ascolta le musiche e l’audiolibro su Spotify e sulle altre piattaforme streaming!

     

    Il Magico Zecchino d’Oro

    Un regalo in musica che vuole rendere omaggio a un appuntamento diventato tradizione. Un appuntamento che ha saputo attraversare gli anni con sobrietà, leggerezza ed eleganza senza mai perdere di vista la propria identità. Ecco allora Il Magico Zecchino d’Oro un titolo che già è un programma.  Un musical nato dalla collaborazione tra Antoniano di Bologna, Fondazione Aida di Verona e Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento, sostenuto da Geomag e Valfrutta.

    Trama

    Cosa aspettarsi dal “Il Magico Zecchino d’Oro”? Uno spettacolo nello spettacolo in cui le canzoni saranno protagoniste assolute insieme alla fantasia e un pizzico di magia. Ricordi, emozioni, sensazioni, momenti vissuti e da rivivere. Questo e tanto altro sarà presente in quello che può essere definito un fantasy musicale in grado di sorprendere tutti, grandi e piccini. Protagonista della trama, Alice, una bambina che a volte ha paura del buio. Con lei, in scena, l’Omino della Luna che manda i sogni ai bimbi mentre dormono grazie al tintinnio dello zecchino d’oro di cui, invece, vuole impadronirsi la Strega Obscura. Non mancheranno, poi, le avventure e gli incontri con alcuni dei personaggi più famosi delle canzoni che hanno fatto la storia dello Zecchino d’Oro. Un regalo che l’Antoniano si fa e ci fa per vivere insieme quest’occasione davvero particolare nel suo genere.

    Uno spettacolo tutto da cantare!

    Come si può immaginare, le canzoni saranno protagoniste assolute di questa produzione. I testi musicali più celebri e più conosciuti dello Zecchino d’Oro sono stati selezionati appositamente per diventare la colonna sonora de “Il Magico Zecchino d’Oro”. Canzoni che sono state pensate dai bambini, cantate e votate da loro nel corso degli anni e che ora, in questa particolare occasione, diventano colonna portante della drammaturgia teatrale. Protagoniste in modo nuovo, rinnovato e rivisitato pur mantenendo il loro stile e la loro autenticità. Una curiosità, questa, che rappresenta anche l’originalità de “Il Magico Zecchino d’Oro” che si rivela essere davvero uno spettacolo coinvolgente e adatto a tutti, grandi e piccini.

    Un brutto bruttissimo anatroccolo

    Rielaborazione per attori ed oggetti animati dalla omonima fiaba di Hans Christian Andersen

    Lo spettacolo

    A chi non è capitato di sentirsi un brutto anatroccolo? La favola di Andersen contiene un impressionante elemento di attualità: la diversità  discriminata. Nella nostra versione della celebre fiaba dell’autore danese, si incontrano in scena tre strani personaggi, tutti in qualche modo un po’ “brutti” e un po’ “diversi”: il narratore Pietro, un po’ grasso e impacciato, un celeberrimo pianista, il Professor Pianissimo de Pianis – che piange come un bambino quando si arrabbia – ed il suo aiutante Mandracche.

    Tutti hanno qualche difettuccio da nascondere. E forse per questo hanno la pessima abitudine di offendere e prendere in giro il prossimo. Ma nonostante tutto, riescono a trovare un accordo per narrare una bellissima favola. Ed è così che raccontano la storia del Brutto Anatroccolo così come l’ha inventata Andersen. E così, sulla scena, apparirà come per magia il vecchio castello coperto d’edera dove andavano le anatre a covare e si assisterà alla lunga cova di mamma anatra e alla nascita del brutto anatroccolo. Si verrà a sapere delle vicissitudini del povero piccolo beffato dalle anatre, beccato dai polli, assalito dal tacchino e respinto persino dalla ragazza della fattoria a causa della sua bruttezza e diversità.

    Lo spettatore seguirà poi la sua fuga dal cortile e vivrà i suoi mille incontri nella palude delle anitre selvatiche, nella casupola della vecchietta con il gatto Sonnecchia e la Gallina Gambacorta. Ed infine assisterà alla prima apparizione dei bellissimi cigni. Nel raccontare la storia, però, i nostri “eroi” si renderanno conto di come ognuno di noi, bello o brutto, bravo o meno bravo, abbia sempre un piccolo tesoro dentro di sé. Che anche chi non è destinato a trasformarsi in un bellissimo cigno può in qualche modo diventarlo. E allora assieme troveranno una fine diversa pure alla storia, dove il brutto anatroccolo non diventerà più un cigno, ma… ma la fine non ve la raccontiamo, dev’essere una sorpresa… altrimenti che favola è?

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