Rielaborazione per attori ed oggetti animati dalla omonima fiaba di Hans Christian Andersen
Lo spettacolo
A chi non è capitato di sentirsi un brutto anatroccolo? La favola di Andersen contiene un impressionante elemento di attualità: la diversità discriminata. Nella nostra versione della celebre fiaba dell’autore danese, si incontrano in scena tre strani personaggi, tutti in qualche modo un po’ “brutti” e un po’ “diversi”: il narratore Pietro, un po’ grasso e impacciato, un celeberrimo pianista, il Professor Pianissimo de Pianis – che piange come un bambino quando si arrabbia – ed il suo aiutante Mandracche.
Tutti hanno qualche difettuccio da nascondere. E forse per questo hanno la pessima abitudine di offendere e prendere in giro il prossimo. Ma nonostante tutto, riescono a trovare un accordo per narrare una bellissima favola. Ed è così che raccontano la storia del Brutto Anatroccolo così come l’ha inventata Andersen. E così, sulla scena, apparirà come per magia il vecchio castello coperto d’edera dove andavano le anatre a covare e si assisterà alla lunga cova di mamma anatra e alla nascita del brutto anatroccolo. Si verrà a sapere delle vicissitudini del povero piccolo beffato dalle anatre, beccato dai polli, assalito dal tacchino e respinto persino dalla ragazza della fattoria a causa della sua bruttezza e diversità.
Lo spettatore seguirà poi la sua fuga dal cortile e vivrà i suoi mille incontri nella palude delle anitre selvatiche, nella casupola della vecchietta con il gatto Sonnecchia e la Gallina Gambacorta. Ed infine assisterà alla prima apparizione dei bellissimi cigni. Nel raccontare la storia, però, i nostri “eroi” si renderanno conto di come ognuno di noi, bello o brutto, bravo o meno bravo, abbia sempre un piccolo tesoro dentro di sé. Che anche chi non è destinato a trasformarsi in un bellissimo cigno può in qualche modo diventarlo. E allora assieme troveranno una fine diversa pure alla storia, dove il brutto anatroccolo non diventerà più un cigno, ma… ma la fine non ve la raccontiamo, dev’essere una sorpresa… altrimenti che favola è?
Recensioni
Crediti
- produzione: Fondazione Aida
- regia: Pino Costalunga
- con: Annachiara Zanoli, Stefania Carlesso, Enrico Ferrari
- tecnico audio/luci: Andrea Venturelli
- tecnica: teatro d’attore e figura
- durata: 60 minuti
- fascia d’età: dai 3 anni