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    Prosa

    Se l’anima della nostra proposta artistica si fonda sul teatro ragazzi, una parte dell’attività di produzione è dedicata alla prosa che ci permette di raggiungere il pubblico degli adulti, ma anche di attivare collaborazioni e sperimentare linguaggi differenti.

    Un’attenzione particolare è dedicata alla Commedia dell’Arte che negli anni è stata valorizzata dall’arrivo di Pino Costalunga, direttore artistico con Roberto Terribile.

    Sua la regia ad esempio Chi Canta e Chi non canta.. Conta!; Banche Palanche Rotte assieme all’ Anonima Magnagati, Parole Venete e Parole in punta di lingua, spettacoli incentrati sullo studio del linguaggio e in particolare della lingua e musica veneta.

    Di risonanza internazionale, invece, Il sogno di Arlecchino, viaggio nella Commedia dell’Arte rappresentato in Australia più volte ma anche a New York in occasione del Columbus Day. Lo spettacolo ripercorre la storia di Tristano Martinelli, padre della maschera di Arlecchino.

    Tra le collaborazioni segnaliamo la messa in scena per la prima volta del romanzo Pianoforte Vendesi di Andrea Vitali, con Adriano Evangelisti, musiche originali di Patrizio Maria D’Artista. Il regista Raffaele Latagliata ha lavorato a stretto contatto con lo scrittore.

    Oppure ancora Novecento messo in scena da Cesare Picco e Fabio Mangolini.

    Da ricordare la preziosa collaborazione con Letizia Quintavalla, regista di HIJAB o del CONFINE: voci e sguardi di donne tra il mondo nascosto e il mondo sacro del velo.

    Pregevole anche il contributo di Titivillus Mostre Editoria, con Andrea Mancini, in diversi progetti internazionali come la mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini a New York.

    Nel 2008 abbiamo inoltre lavorato con Irina Brook (figlia del noto regista Peter Brook). Siamo stati i distributori del suo En Attendant Le Songe – Aspettando il sogno, tratto da Shakespeare.

    Cosa ci fanno i due protagonisti su una zattera in mezzo al mare? Ambientato in un futuro che non vorremmo mai vedere, lo spettacolo permetterà di ragionare su spinose questioni come la cura del nostro pianeta, che la biologa Rachel Carson già affrontò più di 60 anni fa.

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